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Giovedì, 18 Aprile 2024
Setteville Guidonia Montecelio / Via Ludovico Muratori

Tiburtina: ‘liberate’ dieci lucciole tra Roma e Guidonia, una costretta ad abortire

I carabinieri arrestano una banda di aguzzini che gestiva un'organizzazione dedita all'attività di meretricio nell'area a cavallo tra i Comuni di Roma e Guidonia Montecelio. Giovani ragazze picchiate e minacciate

Reclutavano le giovani vittime assegnando loro una determinata posizione lungo la via Tiburtina. Giovani donne, attirate in Italia con la promessa di un lavoro stabile e sicuro, ma una volta arrivate nel Bel Paese, private dei documenti, intimidite con minacce di morte e costrette a prostituirsi sulle strade della Capitale. Una vera e propria organizzazione criminale dedita allo sfruttamento delle prostituzione che ‘gestiva’ una decina di lucciole che doveva consegnare parte dei soldi guadagnati. ai ‘magnaccia’. Alle prime luci dell’alba il blitz dei carabinieri della Compagnia di Tivoli, diretti e coordinati dal capitano Emanuela Rocca, che hanno sgominato la banda con l’arresto di tre persone, la denuncia di altri due uomini dediti a procacciare i clienti e la liberazione di dieci prostitute.

ORGANIZZAZIONE CRIMINALE: I tre aguzzini, due romeni ed un italiano, in concorso tra loro, gestivano una decina di meretrici, a ciascuna delle quali avevano assegnato una determinata posizione lungo la via Tiburtina. Le ragazze venivano accompagnate e controllate durante la loro attività, al termine della quale dovevano consegnare parte dei soldi guadagnati che si aggiungeva alla quota settimanale di 200 euro che le stesse dovevano comunque corrispondere per non incorrere in punizioni corporali. Le giovani donne, al loro arrivo in Italia, venivano private dei documenti, e venivano intimidite con minacce di morte dirette anche alle loro famiglie. Se qualcuna di loro provava a ribellarsi, veniva picchiata. Una ragazza poco più che maggiorenne, dopo essersi innamorata di un connazionale ed essere rimasta incinta, è stata malmenata e costretta ad assumere pillole che hanno poi creato gravi malformazioni al feto, costringendola ad abortire, per poi tornare sulla strada.


PROCACCIATORI DI CLIENTI: Nel corso delle indagini sono stati anche denunciati a piede libero un italiano ed un venezuelano, colpevoli di favorire la prostituzione caricandosi dell’onere di ‘procacciare’ nuovi clienti, in cambio talvolta di prestazioni sessuali contrattate con i capi della gang. In sostanza gli arrestati, mediante l’uso di violenze e minacce, gestivano le giovani meretrici come una loro proprietà.  Gli arresti sono stati eseguiti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale di Tivoli, concordando pienamente con le risultanze investigative dell’Arma, che ha operato in stretta sinergia con il sostituto procuratore Giuseppe Mimmo. Gli aguzzini finiti in manette, si trovano a Rebibbia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
 

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