Malgrado qualche episodio di contestazione e protesta prima in via Cristoforo Colombo e poi sulla via Tuscolana a Porta Furba, presso la Banca d’Italia, nella giornata del 9 dicembre le attività di trasporto, di rifornimento, di smistamento, di contrattazione, di commercializzazione,
di carico e scarico svolte presso il Centro Agroalimentare di Roma – la megastruttura di Setteville di Guidonia alla quale fa capo la distribuzione di 800.000 tonnellate di ortofrutta all’anno per un valore di 1 miliardo di euro -  si sono svolte in una sostanziale normalità.

NESSUN PROBLEMA AL CAR - Le movimentazioni di merce in entrata e quelle in uscita dall’enorme agromercato situato tra la via Tiburtina e la Roma-L’Aquila non hanno infatti risentito delle prime manifestazioni di protesta e di alcuni blocchi stradali, quasi simbolici,  posti in essere a Roma dagli autotrasportatori in lotta con il movimento dei cosiddetti “Forconi”. Grazie ad una generalizzata riprogrammazione anticipata a domenica e a lunedì dei rifornimenti dei prodotti freschi commissionati per la giornata di ieri – soprattutto ai loro fornitori del Meridione – i titolari e i compratori dei 90 box ortofrutticoli del Car si sono garantiti tempestivamente una disponibilità quantitativa adeguata di merce.

FORCONI A ROMA - E da ieri con l’ampiezza e la funzionalità delle loro infrastrutture tecnologiche, hanno potuto controllare sui mass media con una certa quale serenità commerciale l’andamento della minacciosa protesta dei “Forconi”. “A tutt’oggi – spiega dunque Fabio Massimo Pallottini come Direttore generale di Car Scpa e con un quadro della situazione aggiornato da un periodico monitoraggio telefonico presso produttori agricoli, grossisti, commissionari ed operatori logistici – i volumi di merce trattati e distribuiti dal Centro Agroalimentare Roma hanno mantenuto le dimensioni consuete. E questa stabilità di volumi ha garantito una pressoché sostanziale tenuta dei prezzi all’ingrosso. Inoltre, non essendoci stati segnalati macroscopici fenomeni meteoclimatici avversi alle colture agricole nei territori di provenienza dei prodotti in commercio nel Car, siamo in grado di escludere che nei commerci al dettaglio l’ortofrutta in vendita al consumatore possa aver subito rincari giustificati da cause concrete o da tensioni oggettive”.

APP PER IL CAR - Con lo smart phone o il tablet in mano per tutto il giorno, i grossisti del Car, i gestori delle piattaforme logistiche private, le aziende di trasporto situate all’interno dei 140 ettari del comprensorio modernamente attrezzato sono, comunque, rimaste in uno stato di massima allerta. “Anche ed innanzitutto in situazioni delicate come questa – prosegue Pallottini – la cittadinanza e le imprese possono misurare l’utilità sociale e la preziosa configurazione organizzativa del Centro Agroalimentare di Roma che, per un buon 30% ed oltre, commercializza in termini di “filiera corta” (e quasi a “chilometro zero”…) le qualificate produzioni agricole della Campagna Romana, intesa genericamente come pregiato bacino agricolo costituito in primis dalla Pianura Pontina, ma pure dai Castelli Romani, dalla Sabina, dalla Tuscia”.  

STRUTTURA COMMERCIALE DEL CENTRO - In altre parole, è la componente produttiva della struttura commerciale del Car – sono circa 200 le aziende agricole che seppure a turno operano nell’Agromercato distribuendo direttamente le loro delizie ai dettaglianti, ai ristoratori, alle grandi utenze – che diventa protagonista quando le attività di trasporto su strada e di distribuzione motorizzata vengono minacciate e forse entrano in crisi.  “Almeno per i prossimi giorni – precisa Pallottini – questa integrazione tra professionalità e servizi delle aziende produttrici e di quelle grossiste si confermerà di sicuro all’altezza della situazione”.