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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Setteville Guidonia Montecelio / Via Tiburtina

Con l’Ambasciatore filippino frutta tropicale all’Agromercato di Guidonia

Sul Car nuove attenzioni dall’estero dopo quelle degli Emirati e prima di quelle egiziane. Al seguito del diplomatico produttori, distributori ed esportatori di banane Cavendish

Con la discrezione e la sorridente cortesia degli orientali, l’Ambasciata della Repubblica delle Filippine a Roma (che proprio in questi giorni  festeggia il 65° anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche con l’Italia ed ha celebrato giorni fa il 114° anniversario dell’indipendenza) ieri ha curato una visita di lavoro nel Centro Agroalimentare Roma a Settevile di Guidonia, di una delegazione con l’Ambasciatore Virginio A. Reyes. Con lui, una trentina tra incaricati d’affari, attaché (al Commercio e all’Agricoltura), consiglieri, dirigenti, funzionari d’ambasciata, imprenditori privati. Cioè produttori, distributori, esportatori dei maggiori gruppi filippini bananicoli: Fine Line Asia, Tadeco, Philippine Banana.

FRUTTA ESOTICA IN ITALIA - In Italia, quello delle banane fresche (vengono innanzitutto da Ecuador, Colombia e Costa Rica) è un mercato da 662.000 tonnellate l’anno che vale 13,5 miliardi di euro – tanto che gli italiani non le reputano più “frutta esotica” – ma in cui le Filippine pesano ancora pochino: solo 42,7 tonnellate annue. Gruppi e multinazionali come Chiquita, Dole, Del Monte e da poco l’italiana “Fratelli Orsero” del “GF Group” (cui nel CAR fanno capo tre stand a marchio “Fruttital”) si contendono invece il ricco mercato globale quasi senza stagioni ed esteso da impieghi altri e diversi del frutto, in gelati, youghurt, semifreddi, frullati.

BANANE CAVENDISH - Certi di poter avere un ruolo più forte nel mercato con i prodotti delle loro piantagioni – la varietà filippina è una banana Cavendish un pò più piccola, carnosa e dolce delle altre – d’intesa con i Ministeri del loro Paese e la loro Ambasciata a Roma, gli operatori filippini del settore hanno scelto il Centro Agroalimentare Roma come porta principale di accesso al mercato italiano e a quello dell’Europa del Sud. Di qui, la prossima firma di una lettera di intenti tra i vertici del CAR e l’Ambasciata filippina a Roma che presto a Manila diventerà un Protocollo di intesa con principi condivisi, obbligazioni reciproche, impegni bilaterali. Tutt’altro che simbolica e turistica, però, la giornata che oggi nel CAR ha visto impegnati per tre ore i manager di Cargest e i funzionari di Ambasciata. Ma anche una decina di grossisti del CAR con produttori e esportatori filippini di banane.

APERTURA INTERNAZIONALE - Conclusa l’intensa sessione – aperta dal Consigliere incaricato per l’internazionalizzazione del CAR Arturo Carpignoli sottolineando l’apertura internazionale dell’Agromercato  romano e l’impegno a internazionalizzare i prodotti laziali – l’attachè John P. Inigo ha contato 12 contatti commerciali nei faccia a faccia tra privati. Quanto alle aperture agli interessi del CAR, l’Ambasciatore Reyes si è detto ammirato dai moderni sistemi di valorizzazione delle freschezze  alimentari e dalle soluzioni tecnologico-organizzative in uso nell’Agromercato. E ha auspicato che nei prossimi scambi oltre alla frutta circolino informazioni, tecnologie, dialogo, “Il CARha detto – sarà un ponte tra Filippine e Italia da percorrere nei due sensi”. Meno poetici, alcuni manager filippini hanno iniziato a valutare l’opportunità di importare da Roma mele e pere.  “Più costose di quelle cinesi e più buonissime”. In un mese, i manager Cargest hanno trattato a livello commerciale e istituzionale con soggetti ufficiali degli Emirati Arabi, delle Filippine, dell’Egitto.

 

 

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