Il Municipio contesta i risultati degli Stati Generali del Sociale
La Presidenza del Municipio contesta al Comune l'assenza di una progettualità, in grado di rispondere in maniera efficace al diffuso disagio sociale dei romani
Conclusesi le due giornate dedicate agli Stati Generali del Sociale e della Famiglia è tempo di bilanci.
Un appuntamento atteso. L’appuntamento, andato in scena all’Auditorium Antonianum di Viale Manzoni, ha fatto registrare la presenza di migliaia di cittadini romani, interessati a conoscere le proposte dell’amministrazione Capitolina su temi legati tanto all’assistenza socio-sanitaria, quanto alle strategie di sviluppo per favorire la coesione sociale.
Sviluppo non consumistico. Sia nella giornata di martedì, che nel corso di quella odierna, il Sindaco Gianni Alemanno hanno spiegato quali siano le progettualità messe in campo e quelle in cantiere. “ Realizzare le riforme, intraprese da Roma Capitale, significa contrastare l'impoverimento complessivo della società – ha fatto notare il primo cittadino - e dare un fondamento non consumistico allo sviluppo". E su questa considerazione generale, si sono articolati i contributi, espressi da tecnici qualificati, che si sono succeduti nel corso della prima giornata.
Il Piano del Campidoglio. Nella mattinata di mercoledì, l’ incontro tra il Ministro del Lavoro Elsa Fornero ed il Sindaco di Roma, si è regolarmente svolto. Sul piatto i temi legati all’assistenza socio-sanitaria, ed un piano, raccolto in diversi punti, che è stato consegnato al governo. Da parte sua, il Ministro si è impegnato a non tagliare, ulteriormente, sul sociale, i cui investimenti sono calati, in 4 anni, quasi del 90%.
Molte critiche sono arrivate a questa due giorni dedicata alle proposte ed alle analisi sulle politiche sociali.
Tra queste, segnaliamo quella espressa dal Presidente del Municipio Roma XI Andrea Catarci “la Giunta Alemanno contrappone l’aria fritta all’impietosa fotografia, elaborata dal Censis, di una città con forte e crescente disagio sociale”. Il rapporto cui si fa riferimento è quello intitolato ““Il valore del Sociale a Roma” ed è stato presentato dal Presidente dell’istituto demoscopico, Giuseppe De Rita.
Macchina amministrativa sull'orlo della paralisi. “Alemanno ed i suoi avrebbero dovuto rendere conto della complessiva incapacità di elaborare uno straccio di politiche di sviluppo e di sostegno al lavoro e all’impresa – prosegue Catarci - di fronte ad una città già in sofferenza acuta per la grave crisi economica ed occupazionale. Avrebbero dovuto ammettere di aver portato sull’orlo della paralisi dei servizi la stessa macchina amministrativa capitolina e di aver depredato le aziende comunali in crisi. Avrebbero dovuto spiegare, sul terreno dell’assistenza sociale, per quali motivi hanno proceduto a smantellare l’imperfetto sistema esistente, riducendo i servizi a buoni da elargire più simili ad elemosine che a prestazioni professionali”.
La repressione e la coesione. Un j’accuse durissimo, frutto anche della difficoltà, incontrata da alcuni amministratori locali, e vissuta in pieno dal Municipio XI, di poter disporre degli strumenti utili a progettare, con un certo anticipo, le strategie necessarie a sviluppare la coesione sociale. Ultimo argine contro la crisi in atto. “Invece hanno scelto il bunker e la zona rossa, le cariche poliziesche e i fermi – conclude Catarci - insieme agli appelli al governo per ridurre il taglio delle risorse che non necessitano certo di Stati Generali per essere fatti”.
La promessa, comunque la si voglia vedere, il Ministro del Lavoro e del Welfare, l’ha formalizzata. Resta da capire se, oltre a non tagliare ulteriormente, si deciderà anche di investire nel sociale. Cosa che, negli ultimi quattro anni, non è stato fatto in alcun modo.