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Municipio XI, sì al registro per le Unioni Civili

La giunta Catarci ha approvato la delibera per l'istituzione del Registro per le Unioni Civili, che potrebbe essere operativo già a partire da gennaio 2012. Catarci a Monti: "Enti locali unici e insostituibili"

Il Municipio XI Garbatella-San Paolo apre alle unioni civili e, dopo lo stop di due anni fa, approva la delibera che istituisce il Registro delle Unioni Civili (RUC). Il primo tentativo era naufragato in un pareggio in Consiglio, che però non impedisce legalmente di ripresentare al questione. Nel frattempo nel municipio di via Benedetto Croce, i numeri si sono un po' rimescolati e la giunta ha approvato ad amplissima maggioranza, con l'astensione di Api, l'introduzione del RUC.

“Dopo il Municipio X anche l’XI è vicino ai diritti di tutti i cittadini, con il rispetto sia della famiglia tradizionale che di quella anagrafica”, dichiara in una nota il presidente del municipio Andrea Catarci che, insieme a vicepresidente Alberto Attanasio, all'assessore alle Pari Opportunità Carla Di Veroli, all'assessore alle Politiche Sociali e Bilancio Andrea Beccari e all'assessore alla Scuola Nicola Cefali, esprime soddisfazione per il risultato ottenuto, e dettano anche la tabella di marcia: "Si sta già lavorando perché la Delibera e il suo  Regolamento siano operativi già da gennaio 2012". Il voto di oggi è un risultato “in difesa dei diritti di tutti i cittadini”, aggiungono i capigruppo del Pd Antonio Bertolini, di Sel Paola Angelucci e dell'Idv Massima Cartella.

La decisione della giunta comunale arriva “proprio nel mezzo della bufera scatenata dal decreto Monti, che di fatto azzera le esperienze territoriali comprese quelle degli Enti municipali romani”, dichiara in una nota Catarci. “Un atto doppiamente rilevante nell’azione di allargamento delle libertà personali e per i diritti di tutti – dice Catarci - di concreto riconoscimento nell’ambito territoriale e di stimolo ad un Parlamento nazionale che è stato incapace di prendere iniziative sul tema delle coppie non tradizionali, come già fatto da anni in Francia, Olanda, Svezia e da tante altre parti”.

La società si evolve e gli enti locali cercano di stare al passo con i tempi: “Guardando alle trasformazioni morfologiche nell’ambito delle famiglie, le Unioni civili (o libere unioni) nel 2009 sono diventate 897mila e rappresentano il 5,9 per cento del totale. Erano 533mila nel 2003 e 343mila nel 1998 – spiega il minisindaco - Crescono all’interno delle nuove forme familiari, con i single non vedovi, i monogenitori non vedovi e le famiglie ricostituite coniugate, per un totale di 6.866.000 nuclei definibili atipici, non tradizionali, fuori dal vincolo del matrimonio, in cui vivono 12 milioni di persone. Si tratta del 20 per cento della popolazione, un dato quasi raddoppiato rispetto al 1998”.

Gli enti di prossimità sono “utili e insostituibili”, dice Catarci, e dal Municipio Roma XI arriva “un motivo in più per riflettere al governo Monti”, per ragionare ancora “su quali istituzioni sarebbe bene mantenere e potenziare e su quali, al contrario, si potrebbero ridurre nel numero e nei privilegi, per la distanza dalle necessità e dalla vita quotidiana delle persone…”.

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