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Garbatella Eur / Via Mario Bianchini

Pugilato: dalla Montagnola a Roma70, per scrivere un’altra pagina della “favola collettiva” targata Team Boxe

In piazza scendono dieci pugili arrivati dalla palestra delle Montagnola. Catarci: "Hanno fatto tre miracoli: uno sul piano sportivo, sfornando campioni. Un altrosul piano sociale, accogliendo giovani anche problematici. Ed uno sul piano della memoria"

Venerdì si svolge a Roma 70 un torneo che compendia le caratteristiche di un’eccellenza del territorio: la palestra popolare Team Boxe Roma XI. Il “Trofeo Bianchini” che vedrà alternarsi sul ring 20 dilettanti e 4 professionisti, tra cui Mattia Faraoni, offre uno spunto di riflessione. Il memorial rappresenta infatti l'occasione per tornare a ragionare sulle buone pratiche. E sull'importanza che ormai riveste per la città l'ex capannone abbandonato di via Pico della Mirandola.

I CAMPIONI - L’esperienza della Team Boxe, recentemente ripercorsa da Luigi Ascani, ha preso le mosse una dozzina d' anni fa. Ed anche se l'ultima decade è stata particolarmente intensa, la palestra solo negli ultimi tempi è riuscita a catalizzare l'attenzione mediatica. “E’ chiaro che la difesa del titolo mondiale di Giovanni de Carolis e la qualificazione alle olimpiadi ottenuta da Guido Vianello – due pugili provenienti dalla Montagnola – riescono a riempire le pagine dei giornali” osserva Andrea Catarci che, avendo governato per quasi una decade il Municipio, conosce molto bene questa realtà. “Io dico Gigi Ascani e Italo Mattioli sono riusciti a fare un triplice miracolo. Sul piano sportivo, su quello sociale e non di meno sul piano della memoria collettiva”.

LA FAVOLA COLLETTIVA - Usa un’espressione, l'ex Minisindaco, per definire il percorso della palestra di via Pico della Mirandola. “La Team Boxe ha scritto una favola collettiva”. Si parte infatti dalle belle storie individuali, che però non devono essere riduttivamente appiattite solo su quelle dei campioni. Oltre a De Carolis e Vianello, ci sono tanti altri pugili che riempiono di sudore le mura di un ex capannone. Infatti “per i risultati ottenuti in questi anni, anche nel settore femminile, la palestra è arrivata ad essere al terzo posto in Italia, oltre che prima nel Lazio” ricoorda Catarci. Ma alle vittorie dei campionati italiani si devono aggiungere anche i risultati acquisiti sul piano sociale. “Il secondo miracolo compiuto da Gigi ed Italo riguarda il fatto che, alla Team Boxe, siano approdati anche ragazzi  con problemi famigliari o giudiziari.  E lì, grazie alla disciplina che uno sport come la boxe impone, hanno trovato il terreno per un possibile riscatto.

LA CULTURA - C'è poi un terzo obiettivo che la palestra popolare ha saputo conseguire. “La Team Boxe in questi anni si è resa disponibile a fare, tre edizioni del Memorial Renato Biagetti, dedicato al ricordo del ragazzo barbaramente assassinato a Focene. Poi si sono dati da fare per un Memorial intitolato ad Alvaro Nuvoloni, il pugile della Garbatella. Ed in quell'occasione è stato allestito un ring in piazza Sauli - ricorda Andrea Catarci - venerdì 22 invece hanno organizzatoil trofeo Bianchini, dedicato al pugile romano degli anni Trenta, bronzo alle Olimpiadi e campione d’Italia dei superleggeri. In questo senso, il terzo elemento che scaturisce dalla palestra di via Pico della Mirandola -  fa notare l'ex Minisindaco - è quello della memoria”.

FAVOLE DI PERIFERIA - Ricapitolando, alla Montagnola si è realizzato un triplice miracolo: sportivo, sociale e culturale. “E questo – conclude Catarci – la dice lunga su quanto sia importante investire sul patrimonio pubblico. Perchè e proprio dalla scommessa fatta su un capannone inutilizzato del Comune, che si è cominciato a lavorare una bella favola collettiva. E venerdì sera, grazie a decine di pugili e centinaia di appassionati, sarà possibile scrivere qualche pagina  in più. Un nuovo capitolo per una storia avvincente nata nella periferia romana.

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