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Montagnola: le primarie mettono in crisi il centro sinistra

Il minisindaco Catarci lancia l'allarme: "Nei municipi si è scatenato un vero e proprio Risiko, con un tentativo egemonico di parte del PD"

Da qualche settimana, il presidente del Municipio XI Catarci (SEL) sta lanciando un allarme: il numero delle candidature alla poltrona di Sindaco, sembrano davvero eccessive.

IGNORATI I MUNICIPI - Nelle ultime ore è divenuto ancor più chiaro come, il meccanismo delle primarie, da fiore all’occhiello del centro sinistra,  sia rapidamente divenuto la miccia in grado di far detonare alleanze e relazioni che, a questo punto, appaiono abbastanza incerte . “Nel preparare la sfida ad Alemanno ed al M5s per il governo della città il centro sinistra romano ha finora ignorato le realtà dei Municipi – ha ricordato Catarci -  In particolare non si è proceduto a nessuna valutazione sul lavoro svolto, al governo in undici Enti territoriali ed all’opposizione in otto, né si è prodotto uno straccio di riflessione sul protagonismo politico dei Municipi stessi, sempre protagonisti sui temi proposti dall’agenda in un’opera di sistematico dissenso dalla Giunta Alemanno, pure quando i partiti di riferimento erano più o meno latitanti”.

IL MANCATO CONFRONTO - Nel j’accuse del presidente municipale, c’è anche una sottolineatura che parrebbe evidenziare una sorta di miopia o, per meglio dire, di sordità istituzionale. “Da ultimo, le forze che compongono la coalizione Italia Bene Comune si sono dimostrate impermeabili agli spunti analitici ed agli inviti al confronto che sono venuti proprio dagli Enti municipali – lamenta il minisindaco - sia in forma di azioni che di contributi pubblicamente diffusi, perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.

IL RISIKO DELLE CANDIDATURE - Sembrerebbe evidente, sin dalle prime battute di questo comunicato, come la questione si sia rapidamente spostata dal centro alla periferia, dalle primarie capitoline a quelle municipali. Ma seguiamo il ragionamento di Catarci: “In parte perché alle esperienze municipali non si è voluto riconoscere un profilo politico, in parte per la confusione che regna sovrana rispetto alla scelta del candidato Sindaco, nei Municipi si è scatenato un vero e proprio risiko – osserva il minisindaco - con un ingorgo di candidature territorio per territorio ed un evidente tentativo egemonico di alcune componenti del Partito Democratico, impegnate nel chiaro intento di cancellare le componenti di sinistra della coalizione Italia Bene Comune”.

LA DEFLAGRAZIONE DEL CENTRO SINISTRA - Il fiore all’occhiello, diventa così una freccia spuntata, o un’arma a doppio taglio, a seconda di quanto si ritiene grave la situazione in essere. “Le primarie da strumento di rinnovamento vengono così trasformate in un poco virtuoso esercizio muscolare – riconosce Catarci - partendo dall’assunto assolutamente privo di logica e persino ademocratico di voler affrontare allo stesso modo situazioni estremamente diverse. Insomma, non fa differenza dove si è governato e dove non lo si è fatto, non importa se i candidati alle future presidenze siano uscenti o meno, non essendosi fatte valutazioni di merito tutto è grigio e non importa nemmeno se il M5s incalza e se il Sindaco Alemanno prosegue, incentivandola, nella pratica di sottogoverno che è stata una costante: il centro sinistra romano si dirige deciso verso la deflagrazione delle contraddizioni interne, proprio alla vigilia della tornata elettorale per il Campidoglio”.
 
IL REGALO E LA RESA - Ma che il fenomeno stia superando la soglia della mera preoccupazione, diventa evidente nelle ultime battute della nota che il presidente del Municipio XI ci ha inviato. “Si tratta di una tendenza irresponsabile a cui va contrapposto un rapido rilancio delle ragioni della coalizione, per non concedere un vantaggio - che saprebbe di definitivo regalo - al M5s e ad Alemanno. Se Italia Bene Comune ritiene utile al proposito che non sia il caso di ripresentare i Presidenti municipali uscenti, che venga detto e sono sicuro che ognuno dei diretti interessati saprà trarne le conseguenze”.

LE DUE IPOTESI - Tuttavia, c’e ancora una possibilità, secondo il ragionamento espresso dal minisindaco, di recuperare una situazione che sembrerebbe esser sfuggita di mano. “Se invece del ragionamento prevale l’indirizzo di proseguire nelle attuali pratiche sommarie e goffamente militaresche, tutte rivolte al proprio ombelico – ammonisce Catarci - si faccia il passaggio conseguente e si dichiari la fine di Italia Bene Comune: senza di esso, poi, si firmi la resa incondizionata”.

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