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Martedì, 16 Aprile 2024
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Ex Mercati Generali: le indecisioni dei Cinque Stelle espongono il Comune al rischio di una penale

La Commissione trasparenza del Campidoglio non ha fugato i dubbi sulla riqualificazione degli ex Mercati Generali. Marocchi (PD): " A quanto ammonta la penale prevista nella convenzione?"

Gli atti prodotti dal Municipio VIII e l’appuntamento pubblico all’ex caffè letterario hanno contribuito a riaccendere i riflettori sul destino degli ex Mercati Generali.  Ad interessarsi della questione, ha provveduto lunedì 6 febbraio anche la Commissione Trasparenza di Roma Capitale. 

L'ITER PROGETTUALE - La seduta di commissione, grazie anche alla presenza di Andrea Borghi, responsabile unico della procedimento (RUP), ha consentito di ricostruire le varie fasi di un progetto particolarmente articolato. Come il funzionario del RUP ha ricordato “Il progetto definitivo è stato redatto ed è andato in Conferenza dei servizi ad agosto 2015. Le sovrintendenze lo hanno poi esaminato ed il parere favorevole definitivo è arrivato ad aprile 2016”. Vale a dire quando la Giunta Marino, che aveva provato a far ripartire i cantieri, era già decaduta.

IL QUADRO POLITICO - Il passaggio dal Commissario Tronca all’attuale guida  a Cinque Stelle, non ha permesso di compiere quell’accelerazione che in molti, compresa la Giunta del Municipio interessato, auspicano. La delibera è ferma e la mancata firma di Berdini potrebbe costare caro. Il m5s è diviso. Sette-otto consiglieri pentastellati dell’VIII municipio, spingono per rivedere il progetto.  A tal riguardo, le loro richieste si sposano con la posizione assunta dal presidente della Commissione ambiente Daniele Diaco a RomaToday: “Il progetto l’ho potuto visionare soltanto per un paio di minuti. La sensazione che ne ho ricavato – ha spiegato Diaco, raggiunto telefonicamente – è che ci sia davvero troppo poco verde”. Stessa tesi sostenuta dai “dissidenti” del Municipio VIII che però, a livello locale, rischiano di rimanere isolati: i colleghi del M5s hanno già presentato un documento, condiviso con l’opposizione, con cui si chiede a Berdini di firmare la delibera già pronta. 

SCENARI POSSIBILI - A denunciare la fase di stallo, ha provveduto il presidente della Commissione trasparenza: “Non si può pensare che ogni volta che cambi un’amministrazione, si debba ricominciare da capo e che non ci sia continuità amministrativa – ha premesso il consigliere dem Marco Palumbo – È folle che Berdini si metta ad esprimere ulteriori pareri e fare nuove richieste". La modifica del progetto, com’è stato fatto notare in Commissione trasparenza, comporterebbe l’azzeramento del lavoro sin qui svolto. Bisognerebbe quindi ripartire da una delibera da sottoporre all’Assemblea capitolina, cui far seguire una nuova conferenza dei servizi. Il cantiere nel frattempo rimarrebbe fermo.

"La nostra proposta – argomenta la Capogruppo Pd in Municipio VIII - è quella di andare avanti e chiedere al Concessionario un impegno al sostenere tutte le iniziative idonee a favorire l'occupazione di persone dei quartieri circostanti, sia nella fase di cantiere- in cui si prevede di impegnare 3.200 persone- che in quella successiva all'apertura di nuove attività,  in cui si prevede di impegnarne 3.800”. La condizione, evidentemente, è che i cantieri ripartano. In caso contrario, "a quanto ammonta la penale prevista nella Convenzione e chi paghera' per le opere gia' realizzate dal Concessionario?" chiede Marocchi. Interrogativi pesanti, che per ora non trovano risposta.

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