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Sabato, 20 Aprile 2024
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Municipio XI tra partecipazione popolare e bilanci

Dopo il successo della Salva Ciclisti e l’approvazione del Piano Quadro, in gran parte costruito con l’apporto di associazioni ciclistiche, si riapre la questione sul ruolo da assegnare alla partecipazione popolare

La manifestazione di sabato e la precedente approvazione in Assemblea Capitolina, del Piano Quadro della Ciclabilità, hanno un denominatore comune: le istanze dei cittadini, in questo caso ciclisti, che vengono assunte nell’agenda politica dell’amministrazione comunale.

Partecipazione popolare. Sul ruolo della partecipazione popolare, e sulla metodologia con la quale si regola l’individuazione di necessità e priorità, si è detto molto nel corso degli anni. Restringendo il campo visuale al Municipio XI, territorio caratterizzato dal fiorire di associazioni, comitati, gruppi informali, si può comprendere meglio quale sia il ruolo reale attribuito alla partecipazione dei cittadini. Ne abbiamo parlato con il Presidente Andrea Catarci.

Bilancio partecipativo. “Per noi è centrale ricostruire una comunità locale. Anche perché i municipi sono realtà amministrativamente imperfette, al limite dell’inutilità. Abbiamo un bilancio derivato da quello del Comune che spesso, non avendo liquidità, dichiara che “non sono processabili i mandati” – spiega il minisindaco – Nel 2011 avevamo 10,5 milioni di spesa corrente, ma sono stati bloccati dalla ragioneria comunale ed abbiamo potuto spenderne meno di tre. Di conseguenza, il rapporto con il territorio, è importantissimo, anche per creare sinergie o per fare fundrising. Dico questo  – prosegue Catarci nell’analisi sulla partecipazone, passata alla lente di un Presidente Municipale – perché negli anni passati, sulla scia di Porto Alegre, abbiamo anche elaborato un bilancio partecipativo. Si è trattato,  per sei anni, di un percorso strutturato. Abbiamo diviso il territorio  in quartieri, all’interno dei quali si svolgevano assemblee di partecipazione, gestite da alcuni mediatori. Si faceva un percorso di ascolto e selezione delle proposte, attraverso i gruppi di lavoro, per individuarne la funzione equivalente, a livello istituzionale, delle istanze espresse e poi si provava a rispondere a tutto”.
Un percorso, interrotto per le difficoltà a redigere un bilancio ordinario, come in altri occasioni la maggioranza municipale ha già spiegato.

Ambiti di partecipazione. Ciò che rimane di quell’esperienza, portata avanti nel territorio del XI per sei anni, non è moltissimo.
“Oggi non abbiamo più le precondizioni per fare il bilancio partecipativo, ed è un peccato perché per noi era strategico, anche per rinsaldare il senso di comunità locale. Dopo il 2013, dobbiamo riprendere questo tema, anche per migliorarlo. La delibera sulla partecipazone, approvata dal Comune di Roma, anche se era un’istanza di movimento, si è tradotta in una bolla di sapone, poiché fa decidere su elementi accessori e mai funzionali. Inoltre bisognerà riattivare l’Ufficio Partecipazione Cittadino, eliminato dalla Giunta attuale, che non era perfetto, ma sicuramente era utile”.
In definitiva, sarebbe utile ripartire dalle esperienze pregresse, migliorandole “perché è anche un modo per colmare il gap tra istituzioni e partiti, da una parte, ed il territorio con le sue cittadinanze dall’altra” conclude Catarci.

Un percorso virtuoso di collaborazione su cui vale la pena tornare a riflettere. Anche alla luce dei recenti, in gran parte positivi sviluppi, in tema di mobilità ciclistica. Che si sono potuti ottenere, anche grazie alla felice sinergia tra istituzioni, associazioni e comitati.
 

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