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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Garbatella: gruppo d'acquisto confuso con gruppo armato

La sigla Gap su un muro a Garbatella fa nascere le polemiche, ma la scritta non è recente e non riguarda Gruppi Armati Proletari bensì i Gruppi di Acquisto Popolare

Piccola querelle a Garbatella a causa di una sigla su un muro che ha fatto sorgere qualche scintilla. La sigla in questione è “Gap”, come quella usata per firmare la lettera di minacce e con proiettili spedita ad Alemanno, ma questa volta non si trattaterebbe dei Gruppi Armati Patriottici, ma di un gruppo d'acquisto.

Tutto inizia con Andrea De Priamo e  Federico Mollicone, consiglieri PdL di Roma Capitale, che chiedono verifiche su una scritta apparsa su un muro di Garbatella che recitava: “Entra nei Gap”. I due consiglieri hanno ricollegato la sigla con la lettera di minacce recapitata Gianni Alemanno e firmata proprio Gap, Gruppi Armati Patriottici.  Dichiarano i due in una nota congiunta: “All’indomani dell’atto intimidatorio nei confronti del sindaco Alemanno - continuano - e alla luce dei recentissimi fatti che vedono un consigliere municipale ferito a colpi di arma da fuoco, ci auguriamo che vengano messe in campo tutte le iniziative necessarie a trovare i responsabili e stroncare così ogni possibile focolaio di violenza politica in città".

Risponde Andrea Catarci: “La scritta murale visibile su di una parete della Garbatella ‘entra nei GAP’, ha suscitato l’indignazione e la rabbia di numerosi esponenti del PDL, che l’hanno collegata all’intimidazione di cui è stato bersaglio il Sindaco Alemanno. Peccato si sia poi scoperto che fosse vecchia di qualche anno e che invece dei Gruppi di Azione Patriottica richiamasse i Gruppi di Acquisto Popolare, lodevole iniziativa di contrasto del carovita.” – dichiara il Presidente del Municipio Roma XI, Andrea Catarci
“Invece di agitarsi e prendere lucciole per lanterne, il centro destra cittadino provi a fare qualcosa di concreto. Per esempio il Consigliere comunale Tredicine, Presidente della Commissione Politiche Sociali, potrebbe provare a dare una mano per far arrivare qualche bagno chimico presso la tendopoli d’emergenza allestita dall’Associazione di volontariato per i Rifugiati Afghani, visto che in tre giorni la Giunta Alemanno non ne è stata capace...” – conclude Catarci. 

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