rotate-mobile
Garbatella

C'era una volta "il prato": Legambiente racconta la storia del parco della Garbatella

Dal prato del dopoguerra al parco realizzato nel 97 e completato nel 21. Anna Maria Baiocco (Legambiente): "E' stata una storia travagliata ma a lieto fine, frutto dell'impegno di una collettività"

Tra il palazzo della Regione e via Rosa Raimondi Garibaldi c’è un’area verde di circa 4 ettari che al suo interno ospita gli orti urbani, un’area giochi, un’area cani, un giardino giapponese e centinaia di alberi. E’ il parco della Garbatella, uno dei luoghi più frequentati del quartiere. 

Il libro sul parco

La storia del principale polmone verde della Garbatella, il quartiere che nel 2020 ha festeggiato il centenario, è stata riassunta in un libro che al suo interno raccoglie molte immagini. Lo ha scritto Anna Maria Baiocco, co-fondatrice del locale Circolo di Legambiente la realtà che, più di ogni altra, si è battuta per la riqualificazione di un'area il cui destino è rimasto a lungo incerto.

C'era una volta un prato

“Io sono venuta a vivere nella Garbatella nel 44 e qui – ha spiegato Baiocco, riferendosi al parco – c’era solo un prato che però era molto apprezzato perché, in un quartiere ancora in gran parte in costruzione, rappresentava un punto d’aggregazione per i bambini che vi realizzavano i loro circuiti per le palline di coccio, le antesignane delle biglie; ma anche per gli adolescenti che sfidavano gli shanghaini (gli abitanti di Tor Marancia ndr) o che qui giocavano alla nizza”.

Dal prato alla concessionaria

Quel “prato” un pezzo di campagna romana  su cui a stento crescevano cardi, papaveri e malva, nel tempo ha conosciuto una trasformazione. Ha abbandonato la sua funzione pubblica e con gli anni del boom economico è stato utilizzato da un’importante concessionaria FIAT. L’area infatti, circa 4 ettari e mezzo, “era di proprietà di Confcommercio che nella zona – ha ricordato Baiocco – vantava diritti edificatori per 72mila metri cubi”. Il quadrante però era in espansione e la necessità di avere spazi verdi lungo la Colombo, a partire dai primi anni novanta ha rappresentano un’esigenza non più eludibile.

Dal privato al pubblico

“Esclusa qualsiasi possibilità di esproprio – si legge nel libro – fu individuato lo strumento dell’Accordo di Programma” da cui ha avuto origine la convenzione urbanistica di Piazza dei Navigatori. Compensati i privati con altre aree, nella zona tra l’Ardeatino e San Paolo, al Comune restava l’onere di rendere fruibile l’area verde appena divenuta pubblica. “La vera svolta c’è stata nel 1997 quando l’area è passata al Servizio Giardini” ha raccontato Baiocco, anche se la strada è stata tutt’altro che semplice visto il susseguirsi di progetti, incluso un temuto "campo di calcio" che avrebbe comportato l'erosione di gran parte del parco.

L'avvio della trasformazione

La determinazione dei cittadini, che dall’altra parte della Colombo potevano contare sulle iniziative messe in campo dalle realtà che si battevano per la realizzazione di altri parchi (tra cui quello dedicato a Falcone e Borsellino) ha aiutato i residenti e Legambiente a proseguire nel proposto di riqualificare “il prato”. E così, grazie ad iniziative come la Festa dell’albero, Puliamo il mondo, “e con l’idea fissa che il parco lo avremmo fatto noi” viene ribadito nel libro, l’area verde è stata infine trasformata.“Il momento più difficile è stato quando dei vandali hanno distrutto 83 alberi che avevamo piantato. Paradossalmente però è stato da quel momento che il parco ha ricevuto più attenzioni, e sono comunicati i lavori attesi per l’area giochi, per l’area cani, per realizzare il giardino giapponese e la recinzione” ha ricordato Baiocco. 

Un parco voluto dai cittadini

Il parco, con l’inclusione dell’ultima porzione fino al 2020 era stata sede del mercato rionale di via Rosa Raimondi Garibaldi, ha  progressivamente assunto la conformazione attuale. Anche grazie alle donazioni ricevute con il 5 per mille perchè “Pur riconoscendo i meriti della Regione e dell’amministrazione locale, vorrei che si comprendesse che questo parco sono stati i cittadini a volerlo ed a pagarselo” ha sottolineato Baiocco. A loro che è dedicato il libro che la storica attivista di Legambiente ha scritto con l’intenzione di far passare un duplice messaggio: “Se ci si impegna, si riescono ad ottenere risultati insperati. Inoltre vorrei ribadire che avevamo ragione noi: l'esigenza di un parco, qui, era reale”. Ed i  tanti cittadini che oggi lo frequentano ne rappresentano, quotidianamente, la plastica dimostrazione.

Parco della Garbatella

In Evidenza

Potrebbe interessarti

C'era una volta "il prato": Legambiente racconta la storia del parco della Garbatella

RomaToday è in caricamento