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Garbatella Ardeatino

Fosse Ardeatine: centinaia di studenti in piazza per il "Percorso della Memoria"

Centinaia di studenti hanno sfilato in corteo per commemorare l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Una staffetta, all'insegna della Memoria, sintetizzata da uno striscione: "Ci hanno sotterrato ma eravamo semi"

Anche quest'anno gli studenti che hanno aderito al corteo del 23 marzo, sono stati numerosi. Ancora una volta, grazie al lavoro di raccordo del Municipio VIII e del Centro di Aggregazione giovanile Tetris, il patto intergenerazionale si è rinsaldato. Ed attraverso la Memoria, sono stati trasmessi i valori della Resistenza e dell'antifascismo.

DA GARBATELLA A TOR MARANCIA - “Alla vigilia del 71 anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine centinaia di studenti delle scuole medie e superiori, insieme a familiari delle vittime, insegnanti, Associazioni partigiane, realtà locali e semplici cittadini, hanno animato il Percorso della Memoria - scrive il Presidente Catarci - Attraverso le vie di Garbatella e Tormarancia, toccando luoghi significativi, tra una lettura, una recitazione ed un canto a tema, dalla targa nel lotto in cui viveva Enrico Mancini si è arrivati al Mausoleo di Via Ardeatina, dove lanciando simbolicamente in aria i palloncini colorati si è restituita un'identità alle 335 persone a cui essa fu negata, insieme alla vita, dalla barbarie nazifascista.”

LA STAFFETTA DELLA MEMORIA - C'erano due striscioni, nel lungo corteo, che spiccavano tra gli altri. Su uno erano riportati tutti e 335 i nomi dei martiri delle Fosse. Sul secondo, portato dagli studenti del Peano e del Liceo Socrate, era riportata la seguente frase: “Ci hanno sotterrato ma eravamo semi”. La loro presenza in strada, testimonia proprio questo passaggio di testimone. Una scelta consapevole dell'Ente di prossimità, che ha investito nel  coinvolgimento giovanile. “Era il 2007 quando il Municipio decise di promuovere un corteo in affiancamento alle celebrazioni ufficiali, per ricordare la più efferata strage nazifascista avvenuta a Roma, riprendendo una tradizione talmente dolorosa da essersi interrotta nel lontano 1947. Tra timori e titubanze, quello fu un Percorso silenzioso e suggestivo, che aveva già alla base l’idea guida che fossero le nuove generazioni a dover scandire i tempi del dialogo, dell’approfondimento, della ricerca e del ricordo”. riscostruisce il Minisindaco.

I VOLTI DEI GIOVANI - La scelta diede i propri frutti. “Da allora, per nove edizioni, ogni anno è cambiato qualcosa. Il silenzio non è più il protagonista assoluto ed è intervallato, oltre che da letture, testimonianze e ricordi, da musica e altre forme comunicative scelte dalle scuole presenti. Da allora, ogni anno, la ferita amara ed indelebile che si porta nel cuore si è mescolata contraddittoriamente con i volti vivaci e curiosi dei giovani, nello sforzo collettivo di dar vita ad anticorpi civili e democratici più forti di tutte le barbarie”.

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