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Garbatella Montagnola / Via Benedetto Croce, 50

Montagnola: assolto il parlamentino di via Benedetto Croce

Tutti assolti in appello, i quattro consiglieri a cui, la Corte dei Conti, contestava l'indebita fruizione dei permessi di lavoro retribuiti

La storia ha inizio nella passata consiliatura e si è protratta fino alla fine di agosto. Quando, finalmente, per quattro rappresentanti del Consiglio Municipale, si è chiuso un incubo.

TUTTI ASSOLTI. Carla DI Veroli, Nicola Cefali, Fabio Colombo e Ferdinando Bonessio, vennero accusati d’aver indebitamente fruito di permessi di lavoro retribuiti. Ma la terza sezione d’ appello della Corte dei Conti, pochi giorni fa, li ha scagionati dall’aver commesso un reato amministrativo, la cui accusa era vissuta, probabilmente, come una profonda ingiustizia. “E’ un episodio che risale al 2003 dove, a seguito di alcuni accertamenti della procura del tribunale di roma furono visionati gli atti delle commissioni in diversi municipi di Roma” ricorda Nando Bonessio, all’epoca Consigliere dei Verdi della Giunta Smeriglio.

REATI CONTESTATI. “La procura contestò la modalità di verbalizzazione delle commissioni e, sul piano penale, anche i contenuti. Le fasi processuali si divisero in due sezioni, uno per il reato di falso e truffa, quindi penale, e l’altro destinato al reato contabile, per avere avuto delle somme indebitamente, finendo alla corte dei conti”. Ciò che in sostanza veniva contestato, semplificando, era che i consiglieri prendessero parte ad alcune Commissioni che non avevano ragion d’essere, percependo poi i relativi gettoni di presenza.
“Sul piano penale fu tutto archiviato, in quanto fu ritenuto che non poteva essere una Procura a decidere se l’ordine del giorno e gli atti fossero pertinenti o meno – chiarisce Bonessio - o avessero rilevanza o meno e quindi fu archiviato ed invece, siccome c’erano  difetti formali ed in particolare mancava la firma del dipendete comunale, che svolgeva le funzioni di segretario e verbalizzante, si procedette sul versante della Corte dei Conti”.

COMMISSIONI E VERBALIZZANTI. Il problema che all’epoca dei fatti, quindi quasi dieci anni fa, si era verificato, derivava dalla mancato riscontro della firma apposta dal dipendente comunale, sugli atti prodotti dalla Commissione. “Il tutto dovuto ad una mancanza di personale che doveva registrare quanto veniva deciso dalle Commissioni. Ma d’altra parte,  vi era una lettera dei dirigenti che diceva come il Presidente della Commissione, in alcuni casi – e l’assenza del dipendente comunale evidentemente rientrava tra questi -  poteva auto verbalizzare gli atti della Commissione”.

NOVE ANNI DI PROCESSI. Si è tutto risolto, come si diceva, con un’assoluzione poiché “in presenza di carenze organizzative del Municipio, il fatto grave non sussiste”.   “Dopo nove anni e tre processi, centinaia di ore di lavoro della Guardia di Finanza, parcelle di avvocati, finalmente la Corte dei Conti riconosce la nostra innocenza – ha commentato sulla propria pagina Facebook l’Assessora Carla DI Veroli - La giustizia finalmente ha trionfato ma il dolore e la vergogna provata in questi anni per chi, non solo non ha ‘commesso il fatto’ ma ha partecipato a innumerevoli riunioni di commissione non retribuite, sarà difficile da cancellare per quanti, come me, hanno sempre lavorato con passione ed onestà nelle istituzioni”.
 

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