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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Municipio XI: Roma o..cartellopoli?

Un'assemblea pubblica indetta dall'XI Municipio per discutere dell'invasione selvaggia delle affissioni pubblicitarie, presenti associazioni, comitati e cittadini indignati

Il Municipio XI è stanco delle numerosissime affissioni pubblicitarie che deturpano il paesaggio e incidono sulla sicurezza cittadina e si associa con altri Municipi per un’assemblea pubblica in cui discutere della questione: ecco da dove nasce l’incontro di ieri, tenutosi nel pomeriggio presso la Sala Consilio del Municipio XI, a cui hanno preso parte associazioni, comitati, Municipio XI, IX e XVII e molti cittadini indignati. Il tutto all’indomani della presentazione della bozza del nuovo regolamento delle affissioni da parte dell’assessore capitolino al commercio Davide Bordoni.

All’assemblea non ha partecipato l’invitato principale, il Sindaco Alemanno, al quale si chiede esplicitamente di rivedere il piano di gestione della cartellonistica romana e di combattere contro l’abusivismo del settore. In paesi quali la Spagna, ma anche in città italiane come Napoli, esistono pochi concessionari che gestiscono gli impianti pubblicitari mentre a Roma ce ne sono 310.
“L’ideale – come spiega il Presidente dell’XI Municipio Andrea Catarci – sarebbe averne uno, va assolutamente cambiato il piano regolatore della nostra città e va fatto in fretta. Bisogna bonificare la città”.Una riunione aperta che si è svolta all'indomani della presentazione della prima bozza del nuovo regolamento delle affissioni da parte dell'assessore capitolino al commercio Davide Bordoni.

In merito abbiamo voluto sentire anche il parere di un pubblicitario: “Le affissioni rappresentano un mezzo interessante - spiega Pier Luigi Scozzi, Account Senior dell’agenzia pubblicitaria Y&R- che permette di -far vivere- la marca tra la gente; sempre che si resti nell’ambito di un utilizzo sensato del mezzo, valorizzante per il messaggio e non invasivo. E’ per primo chi va sul cartellone ad avere l’interesse per una posizione sì visibile, ma anche ben integrata nel contesto”.

“L’uso del suolo pubblico -sottolinea Athos De Luca consigliere comunale del PD – è vissuto in modo mercantile e questo si scontra col decoro urbano. In passato avevo proposto di legalizzare cartelloni pubblicitari di dimensioni ridotte, due per due, ma l’idea non è passata. Anche per il creativo non è bello stare in questa giungla di impianti pubblicitari”.

La questione è che a far cassa da questa situazione sono in molti, primi fra tutti il Servizio Affissioni e Pubblicità del Comune di Roma che permette l’assegnazione di un codice identificativo anche per impianti abusivi ed autodenunciati a cui, dunque, viene assegnata una targhetta identificativa come per quelli legali e da cui si pretende una tassa. “Se gli impianti abusivi fossero tolti nell’immediato – dichiara Rodolfo Bosi, responsabile del Circolo Territoriale di Roma dell’associazione Verdi Ambiente e Società -  l’ufficio riscossione in questione perderebbe la possibilità di ricevere la tassa dalle ditte proprietarie. Per questo il dialogo tra Servizio affissione e pubblicità del Comune di Roma, Ufficio Vigilanza e Ufficio addetto alle rimozioni è quasi assente”.

““Non basta – prosegue Catarci - la dichiarata volontà di cambiare direzione espressa pochi giorni fa dall’Assessore competente Bordoni presentando le linee guida del Piano Regolatore Impianti Pubblicitari: dopo lo scempio provocato dalla sua delibera 37/09 e  il fiorire delle strutture imponenti ogni giorno servono fatti, a cominciare dalla riduzione materiale dei cartelloni e dal ripristino del decoro urbano e dalla sicurezza per la cittadinanza”.

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