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Ardeatino Tor Marancia / Via di Grotta Perfetta

Sequestro I-60: a rischio i sigilli per un decreto regio?

Una legge risalente al 1910 potrebbe rendere vana l'azione di salvaguardia sul Fosse delle Tre Fontane. L'allarme, lanciato da Italia Nostra Roma, sembra però esser stato smentito dalla Regione Lazio

Il Fosso delle Tre Fontane, il cui interramento ha determinato il sequestro dell’area di cantiere relativa ad una parte del progetto urbanistico I-60, torna al centro del dibattito. In giornata, una nota diramata da Italia Nostra Roma ha fatto suonare un campanello d’allarme. “Oggi è arrivata la notizia che l'Assessore all'Urbanistica della Regione, Michele Civita,  vuole portare subito in Giunta la delibera di cancellazione del vincolo del Fosso delle Tre Fontane, di cui un suo tratto è attualmente sotto sequestro perché è stato coperto abusivamente  - si legge nella nota - Su quel tratto il Consorzio I60-Grottaperfetta ha previsto opere di urbanizzazione e dovrebbe modificare il progetto”

L'ALLARME DI ITALIA NOSTRA - “È inaccettabile che la Giunta regionale voti, in tutta fretta, la cancellazione del vincolo per degli interessi privati senza considerare i pareri certamente contrari dell'Autorità di Bacino del Tevere e della Soprintendenza ai Beni paesaggistici di Roma – incalza l’associazione ambientalista che aggiunge - Italia Nostra Roma diffida l'Assessore Civita dal presentare la delibera e  lancia un appello perché non venga votata dalla Giunta regionale la delibera e al Sindaco Marino perché intervenga immediatamente ad opporsi all'ennesimo tentativo di eliminare i vincoli di tutela di Roma”.

LA PREOCCUPAZIONE DEL MUNICIPIO - L’allarme è rimbalzato negli uffici di via Benedetto Croce. “ Il Municipio Roma VIII condivide le preoccupazioni espresse dalle associazioni, come Italia Nostra, sulle pericolosità derivanti dalla volontà di procedere all’interramento del Fosso delle Tre Fontane  presente all’interno del complesso urbanistico di via di Grottaperfetta denominato I-60” così in una nota il Presidente Andrea Catarci e l'Assessore all'Urbanistica Miglio. “Nei mesi scorsi – ricostruiscono la vicenda il Minisindaco  e l'Assessore Miglio- si è proceduto al sequestro di una parte del cantiere, convalidato anche dalla Magistratura, vista l’esistenza del Fosso vincolato, come testimoniano gli atti degli Enti preposti, Regione Lazio Area Paesistica e Difesa Suolo, Autorità di Bacino del Fiume Tevere, che è risultato occluso con pezzi di asfalto e cemento armato”.

IL DECRETO REGIO - Il timore che il vincolo possa essere bypassato, nasce da un preciso riferimento di legge, che affonda le sue radici addirittura nel secolo scorso. “Sulla base di un Regio Decreto del 1910, si vorrebbe procedere all'eliminazione del vincolo per poter consentire la distruzione del corso d'acqua e della sua vegetazione naturale, per cancellare ogni impedimento alla cementificazione. Si tratta di un atto di ostilità nei confronti della comunità  territoriale – rimarcano il Presidente Catarci e l'Assessore Miglio - in spregio agli equilibri naturali ed idrogeologici della città, nonché alle dichiarazioni di attenzione a tali equilibri che abbondano ad ogni evento metereologico avverso e poi si tradiscono sistematicamente nell'agire concreto”.

LA SMENTITA - Dalla Regione in serata, arriva però la smentita.  “La Regione Lazio reputa prive di fondamento le dichiarazioni di Italia Nostra in merito alla delibera di giunta regionale che prevede una rettifica dei vincoli dei corsi d'acqua e non la loro cancellazione per tutelare gli 'interessi privatì – leggiamo un una nota diffusa dalla Regione Lazio  e rimbalzata sulle agenzie - n merito al Fosso delle Tre Fontane gli uffici regionali, dopo un'attenta verifica, hanno effettuato una rettifica del vincolo, prevedendone l'eliminazione esclusivamente nel tratto al di fuori dei limiti previsti nel regio decreto che identifica e classifica i corsi d'acqua iscritti nei registri delle acque pubbliche. Si sottolinea inoltre che, da tempo, gli uffici stanno occupando dell'adeguamento e della ricognizione dei vincoli paesaggistici su tutto il territorio regionale”.

GLI ERRORI NEL PTPR - Non ci è chiaro quali siano questi limiti previsti nel decreto regio. Ad ogni modo la nota diramata dalla Regione conclude osservando che  “Questo lavoro, svolto in relazione alle richieste ed alle segnalazioni delle amministrazioni comunali, è finalizzato a correggere gli errori contenuti nella cartografia del Ptpr (Piano territoriale paesistico regionale) e rappresenta una parte determinante del procedimento di formazione dello stesso piano territoriale per renderlo più rappresentativo ed adeguato al territorio, in vista della sua definitiva approvazione”.

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