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Ardeatino Garbatella / Piazza dei Navigatori

Piazza dei Navigatori: anche i giovani di Forza Italia si accorgono del degrado

Lo stato in cui versa l'area antistante il palazzo a vetri di Piazza dei Navigatori è la punta di un iceberg. Maltese (FI): "Bisognerebbe sistemarla per una questione di igiene e decoro". Il degrado è però solo un lascito di una convenzione urbanistica totalmente disattesa

Sporcizia e degrado. Claudio Maltese, delegato alle Periferie di Forza Italia Giovani, forse in cerca di visibilità viste le ormai prossime elezioni, si accorge dell'ormai storico degrado di piazza dei Navigatori. “Bisognerebbe sistemare la parte esterna del palazzo a vetri completamente abbandonata  anche per una questione di decoro e igiene” valuta Maltese che descrive uno scenario dove, oltre a “tanta sporcizia”, ci sono anche “cancelli di metallo rotti, tubi divelti e container abbandonati”.

LA PUNTA DELL'ICEBERG - Il problema è stato affrontato numerose volte.  Il degrado in cui versa il piazzale antistante del “palazzo a vetri” è però solo la punta di un iceberg. L’albergo di via Costantino e l’edificio di via Santa Petronilla, meglio rappresentano lo stato in cui versa la convenzione urbanistica di Piazza dei Navigatori. Recentemente ha provato a riaccendere i riflettori sulla vicenda Eleonora Talli, Capogruppo della Lista Marino in Municipio VIII.  Il parlamentino della Montagnola si è così dovuto esprimere su un documento riguardante “la situazione di Piazza dei Navigatori, sui fabbricati esistenti e la probabile nuova cubatura”.

OLTRE AL DEGRADO - A fronte dell’interessamento del Municipio VIII e delle proteste dei movimenti che, nell’estate del 2015, occuparono sia “il bidet” che il piazzale antistante il “palazzo a vetri”, nulla è cambiato. Oltre al degrado ed alla sporcizia che segnala il delegato alle Periferie di Forza Italia Giovani, resta dunque il mancato rispetto della convenzione urbanistica. Vale a dire che oltre "i container abbandonati ed ai cancelli rotti", ci sono 21 milioni di euro che mancano all'appello. Sono l'equivalente di quanto il Consorzio di costruttori avrebbe dovuto realizzare in opere pubbliche. Di cui tuttavia, si è persa ogni traccia.


 

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