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Ardeatino Tor Marancia / Via Cornelio Magni

L'ex palestra confiscata alla mafia aspetta l'assegnazione da 15 anni

I locali sono abbandonati dal 2011 dopo tentativi di affidamento finiti male. Lista Calenda: "Bloccati dall'inerzia amministrativa, Gualtieri intervenga"

Confiscata alla mafia nel 2007, il Comune di Roma non è ancora riuscito ad assegnarla come bene sociale. Parliamo della palestra di via Cornelio Magni nel quartiere Ardeatino, zona piazza dei Navigatori, abbandonata e inutilizzata da 15 anni con anche la beffa a carico dei condomini che vivono nello stesso stabile, da due anni costretti a pagare di tasca loro gli interventi di bonifica e spurgo causati dalla rottura di un collettore fognario. Due storie di lungaggini e inefficienza nella stessa storia. Ne ripercorriamo le tappe principali. 

La storia della palestra di via Magni

Nel 2007 il bene viene assegnato al Comune di Roma dopo essere stato in carico al Demanio dello Stato per decenni subito dopo il sequestro. A quella data, risultava ancora utilizzato da una cooperativa di servizi che già vi svolgeva mansioni quando il locale era ancora di proprietà di un noto esponente della banda della Magliana. Nel 2011 la giunta Alemanno comunica l'assegnazione di 56 beni confiscati alla mafia, tra questi la palestra di via Magni la cui gestione viene affidata all'associazione carabinieri in servizio "Podgora". L'allora minisindaco Andrea Catarci denuncia però un conflitto di interessi in merito. Un consigliere capitolino risulta socio dell'associazione, che dopo poco lascia i locali, da allora chiusi e abbandonati. 

Ad aprile 2014 il dipartimento Patrimonio annunciava per 11 proprietà (tra cui la ex palestra di via Magni) una riassegnazione tramite bando pubblico. Ma a marzo 2021 sul portale di Roma Capitale il bene risulta ancora non affidato e con istruttoria in corso. Si tratta di 742 metri quadrati destinati allo svolgimento di attività di riabilitazione a favore di disabili. Tutto è però fermo al dipartimento Patrimonio e Politiche abitative. 

Il collettore fognario da riparare

In prima linea a chiedere a Comune e municipio di attivarsi il consigliere capitolina della lista Calenda Dario Nanni e la consigliera dell'VIII municipio Simona Novi. La scorsa settimana una proposta di risoluzione in commissione Lavori pubblici, firmata anche dalla consigliera Caterina Bonetti, è stata bocciata raccogliendo i pareri favorevoli solo di Fratelli d'Italia e M5s. Verrà discussa in aula il 23 marzo. Due le richieste a presidente e assessori competenti. 

Da una parte "di attivarsi nei confronti del dipartimento Patrimonio e dipartimento al Sociale per una bonifica sanitaria del locale in oggetto e per una sua ristrutturazione al fine di attivare con celerità le procedure di affidamento nei confronti degli enti del terzo settore che ne facciano richiesta". Dall'altra di "sollecitare Acea per arrivare a una pronta risoluzione della problematica legata al collettore comunale fognario. Già, perché il caso non si ferma alla mancata assegnazione degli spazi. 

Gli inquilini dello stesso condominio convivono da due anni con una perdita fognaria che non è stata ancora risolta. "La rottura del collettore Acea non è stata ancora riparata e ha costretto il condominio a spendere 40.000 euro per continui interventi di autospurgo (ogni due mesi) e a convivere con una fogna a cielo aperto con conseguenti problemi di igiene pubblica e miasmi" spiegano i consiglieri. Oltre la danno, è il caso di dirlo, la beffa. 

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