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Ardeatino Garbatella / Piazza Sauli

Municipio VIII: tredici materne comunali nel mirino dello Stato

Da Garbatella a Tor Marancia tredici scuole dell'infanzia potrebbero passare dalla gestione comunale a quella statale. Un problema per le insegnanti. Cefali: "Che succede per quelle maestre non hanno la necessaria abilitazione?"

Il documento unico sulla programmazione  del 2016/2018 continua ad alimentare timori e perplessità. Il mondo della scuola è in stato di preallerta e gli insegnanti del territorio municipale non fanno eccezione. Ma questa volta a destare apprensione non è il futuro dei nidi, quanto piuttosto quello delle scuole materne.

DALLE PAROLE AI FATTI - "Mentre in questi giorni si manifesta un’elevata, doverosa concentrazione, da parte dei dipendenti comunali, sulle sorti del salario accessorio – ricorda l'ex Assessore municipale alla scuola Nicola Cefali – nel frattempo  il Dipartimento con una nota indirizzata ai Municipi, chiede quante e quali siano le  Scuole materne già ubicate all’interno di edifici scolastici statali".  E questo avviene "dopo le dichiarazioni del Commissario Tronca, circa la privatizzazione degli Asili Nido ed il passaggio delle Scuole dell’Infanzia Comunali allo Stato. Tutto ci fa supporre che dalle parole si stia passando ai fatti".

DAL COMUNE ALLO STATO - Le scuole del territorio che rientrano nell'elenco richiesto dal Dipartimento sono numerose. "Le materne presenti all’interno di edifici scolastici statali sono ben 13 su un numero totale di 18 – c'informa il Consigliere -  quindi il rischio che le materne passino allo Stato è altissimo.  Se così fosse, alla Garbatella rimarrebbe comunale soltanto la “Casa dei Bimbi”, poiché la Coccinella e il Girasole Colorato sono poste rispettivamente all’interno delle scuole Statali C. Battisti e A. Alonzi. Così pure a Tor Marancia, dove le due materne della Mappamondo si trovano all’interno della  Odescalchi, e così via per quasi tutte le scuole dell’infanzia del territorio, tranne cinque".

IL FUTURO DELLE MAESTRE - "Tutto ciò sta creando non poca agitazione tra le nostre maestre, che non guardano all’imminente futuro con le dovute certezze. Cosa ne sarà di loro? Avranno la possibilità di scegliere cosa fare?" L'interrogativo più grande riguarda il loro destino ocucpazionale. "Considerato anche il fatto che non tutte queste insegnanti sono in possesso dell’abilitazione statale, fattore imprescindibile per lavorare nelle scuole dello Stato – conclude Cefali – cosa succederà loro?"

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