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I60: il quartiere indesiderato al confine col Parco dell’Appia Antica

Sono 400.000 i metri cubi di cemento per un totale di 32 costruzioni alte anche 8 piani che si riverseranno su 22 ettari di terreno di elevato valore ambientale. I cittadini protestano, il municipio li appoggia, ma qualcuno parla di case già vendute

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Aumentano i no dei residenti all’edificazione del complesso urbanistico I60, che dovrebbe sorgere a ridosso del Parco dell’Appia Antica in ventidue ettari di terreno circondati dai quartieri Roma 70, Tintoretto-Tre Fontane e Montagnola. Le principali preoccupazioni riguardano l’impatto che il quartiere avrebbe sulla viabilità e sulla qualità ambientale, in una zona con presenza d’ambienti umidi di pregio, come il Fosso delle Tre Fontane, di cave di tufo e di reperti archeologici d’epoca romana.

Il Coordinamento territoriale XI STOP I60, una realtà composta d’abitanti, comitati ed associazioni dell'XI Municipio di Roma, sta facendo muro al piano che dovrebbe edificare 400.000 metri cubi di cemento, per un totale di 32 costruzioni con altezze fino ad otto piani. La Regione Lazio stima che il nuovo complesso porterà un incremento di 5000 persone, il che determinerà un aumento del traffico sulle principali arterie di comunicazione come Via di Grottaperfetta e Via del Tintoretto.

"Non sono stati minimamente considerati gli effetti devastanti sulla viabilità urbana”, spiega un portavoce del Coordinamento territoriale. “La mancanza d’infrastrutture di trasporto pubblico su ferro provocherà il collasso della mobilità e la perdita di verde pregiato. Vogliamo proteggere da nuove speculazioni edilizie il nostro territorio, uno degli ultimi lembi urbani dell’agro romano”.
 
Il Coordinamento territoriale STOP I60 chiede per questo la verifica sull'applicabilità della VIA, Verifica d’Impatto ambientale e, qualora il progetto superi ogni vincolo storico ambientale, quantomeno la realizzazione di nuove linee di trasporto, come la metropolitana D e il prolungamento della B fino al GRA. Una richiesta questa sostenuta da Andrea Catarci (presidente del XI municipio), dall'assessore all’Urbanistica dell’XI Municipio e dall’associazione ambientalista WWF che tutela la sostenibilità ambientale della zona.

  Non sono stati minimamente considerati gli effetti devastanti sulla viabilità urbana  
Le attività di protesta dei residenti sono iniziate nel 2008, quando l’Amministrazione Comunale ha definitivamente valutato l’area come idonea per la pianificazione urbanistica che, secondo il vecchio Piano regolatore del Comune di Roma, era predestinata alla zona di Tor Marancia. Dopo un vincolo imposto dalla Sovrintendenza Archeologica di Roma al Ministero dei Beni culturali ed Ambientali, l’area di Tor Marancia, infatti, è stata classificata d’interesse archeologico, con la prospettiva d’annessione al Parco dell’Appia Antica.

L’I60, in pratica, dovrebbe sorgere in una delle quindici aree romane ritenute adatte per la “compensazione edificatoria” del comprensorio pianificato per Tor Marancia. Oltre all’I60 previsto a Grottaperfetta, le altre aree di rilocalizzazione dovrebbero essere: Prato Smeraldo, Magliana GRA, Muratella, Massimina, Colle delle Mensole, Torrino Sud, Pontina, Aurelia Km13, Prima Porta, Tenuta Rubbia, Olgiata, Cinquina Bufalotta, Divino Amore e Fontana Candida.

Mentre tra assemblee e giornate informative varie prosegue la protesta dei cittadini della zona, nel frattempo sulla vasta area verde proseguono i lavori di scavi archeologici, si creano sul terreno i tracciati di future strade e si bruciano ettari di vegetazione. Non manca hi parla di case già vendute, per un affare immobiliare da non farsi sfuggire.


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