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Spinaceto Spinaceto / Via Carlo Avolio, 60

Spinaceto, la palestra popolare vince contro il Comune: "Resteremo qui, la riacquisizione è illegittima"

Come successo per il centro sociale Auro e Marco e per il Teatro della Dodicesima, anche l'Asd Street of Life ha la meglio su Roma Capitale grazie alla sentenza del Tribunale

La richiesta di riacquisizione in autotutela, da parte di Roma Capitale, dell'immobile che ospita l'Asd Street of Life di Spinaceto in via Avolio 60 è illegittima. A dirlo è una sentenza, arrivata all'inizio di questa settimana dopo mesi di tensione che hanno raggiunto l'apice il 28 aprile, con il rischio di sgombero respinto dalla mobilitazione di attivisti e cittadini. 

Non basta una lettera

La richiesta da parte del Dipartimento Patrimonio del Campidoglio non è sufficiente per pretendere indietro un edificio occupato: "Riacquisire in autotutela senza fare una causa civile, ma con una semplice lettera, è illegittimo - spiega a Roma Today l'avvocato Giuseppe Libutti, che ha patrocinato la causa -  una vera e propria persecuzione potrei definirla. Ora sta alla nuova giunta guidata da Gualtieri decidere come vorrà continuare, se mettere fuori le associazioni o avere un percorso costituente di queste realtà". 

La palestra popolare di Spinaceto, realtà ventennale

La palestra popolare di Spinaceto, a poca distanza da via di Mezzocammino, opera da oltre vent'anni in quella che un tempo era una scuola, poi abbandonata. Una realtà riconosciuta e riconoscibile nel quartiere del IX Municipio, che come tante altre apre alla cittadinanza creando attività alternative alla strada, al centro commerciale o al bar e ridà valore a edifici che, altrimenti, resterebbero abbandonati a se stessi, non sfruttati dall'amministrazione pubblica. 

Le origini del caos: la delibera 140 del 2015

Il 30 aprile 2015 la giunta presieduta dall'allora sindaco Ignazio Marino approvò all'unanimità una delibera, la numero 140, che aveva come scopo quello di far tornare il Campidoglio in possesso di centinaia di immobili di sua proprietà sulla carta, ma oramai o del tutto abbandonati oppure occupati da decenni a seguito di concessioni scadute oppure rinnovate ma senza pagamento dell'affitto, per lo più assegnate ai tempi di Rutelli sindaco. In totale, secondo il censimento effettuato sei anni fa, sarebbero circa 860 gli immobili in queste condizioni. Con il cambio di amministrazione nel 2016 sono partite decine di lettere dirette a realtà associative che in tutta Roma occupano, svolgendo attività sociali, sportive, culturali spazi di proprietà comunale. In diversi casi con richieste di affitti arretrati insostenibili che vanno da centinaia di migliaia a milioni di euro, come successo al centro sociale Auro e Marco in viale dei Caduti Nella Guerra di Liberazione, al quale un'altra sentenza nel dicembre 2019 permise di restare lì dove si trova dal 1992. Sempre a Spinaceto, negli stessi spazi della palestra, recentemente ha cantato vittoria anche il Teatro della Dodicesima, gestito dall'associazione Spinaceto Cultura. 

"Il Comune sta sprecando soldi e tempo in queste cause"

Marco Mattei Otranto nel quartiere a Sud di Roma è cresciuto e fa parte di coloro che fanno attività culturale al Teatro della Dodicesima. "La nostra realtà aderisce a CAIO, comunità per le autonome iniziative organizzate - spiega a Roma Today - e siamo contenti che anche la palestra abbia vinto contro il Comune. E' la terza o quarta sentenza di questo genere. L'amministrazione non può più continuare in questo modo, innanzitutto perché vengono spesi soldi pubblici per pagare le spese legali e poi perché spreca tempo in cause che hanno quasi tutte lo stesso esito. Ora chiediamo a Gualtieri e Zevi (l'assessore alle Politiche abitative, ndr) di aprire un tavolo e risolvere la situazione nel migliore dei modi, preservando realtà culturali sociali e sportive che da anni svolgono un servizio all'interno di questi locali". 

"È da tempo che sosteniamo che il valore sociale dei nostri spazi dipende dalle attività esercitate e non dalla rendita catastale - si legge in un post Facebook della comunità CAIO - . È profondamente ingiusto oltre che contrario alla nostra Costituzione l’agire della Pubblica Amministrazione che intende garantire continuità di gestione agli spazi sociali solo in base alla classificazione catastale, senza tener conto delle attività esercitate.

causa patrocinata dall'avvocato Libutti 

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