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Riserva di Decima Malafede, è già iniziato il taglio: s'avvicina l'addio ai ventuno ettari di bosco

La Regione aveva dichiarato "non sussiste rischio abbattimenti"

Le seghe hanno incominciato a ronzare. I terreni  di Propaganda Fide destinati ad un bosco ceduo, sono già stati interessati dai primi tagli. I nulla osta rilasciati da RomaNatura prima e l'autorizzazione firmata dalla Città Metropolitana poi, hanno spianato la strada all'abbattimento degli alberi.  A farne le spese saranno anche gli uccelli che nella zona erano soliti nidificare. Dal falco pecchiaiolo al nibbio bruno.

La promessa della Regione

Per scongiurare il taglio dei 21 ettari all'interno della Riserva di Decima Malafede, non sono bastate le rassicurazioni della Regione Lazio. "Non sussiste alcun rischio di abbattimenti" si era letto sull'account ufficiale dell'Ente. Una dichiarazione che era stata ripresa anche dal Governatore Zingaretti. Ma che non ha sortito l'effetto sperato da quanti, nelle ultime settimane, si erano spesi in difesa dell'area verde.

Spiritualità e materialismo

"Dispiace perchè confidavamo che Propaganda Fide, come istituto religioso, potesse avere un comportamento differente. Speravamo che si sarebbe posta a salvaguardia di una così pregevole opera del Creato – riflette Marco Antonini, assessore all'Ambiente del Municipio IX – invece ha prevalso un interesse economico che, nel caso specifico, non è neppure particolarmente significativo". In ogni caso, la vendita della legna, poteva essere indennizzata al proprietario dell'area. Farlo, avrebbe messo al riparo l'area verde per i prossimi 25 anni.

L'appello alla Città Metropolitana

I Verdi di Roma puntano invece ad un altro interlocutore. "Chiediamo a Virginia Raggi, quale Presidente della Città Metropolitana, di sospendere immediatamente l'autorizzazione, esercitando i poteri di autotutela. Oggi è il 16 marzo, in piena stagione di nidificazione – osservano in una nota Alemanni, Bonessio e Calcerano – e  nell'area interessata dagli abbattimenti, limitrofa a sito di interesse comunitario, sono stati individuati nidi di specie fondamentali come averla e falco pecchiaiolo, senza contare il grave danno ad un'area boscata già duramente provata dalla siccità".

La strada dell'indennizzo

C'è una possibilità che finora non è stata esercitata. "È vero che si tratta di bosco ceduo, in cui il proprietario ha la facoltà di operare tagli ogni 20-25 anni, ma piuttosto che dare spazio alle motoseghe, tutte le amministrazioni competenti, Comune, Città Metropolitana, Regione, Ente Roma Natura, dovrebbero parlare con la proprietà ed offrire denaro a compensazione dei diritti di taglio: cosa si aspetta? Con un investimento di poche migliaia di Euro è possibile scongiurare un danno incalcolabile alla biodiversità ed al patrimonio verde di tutti i romani. Se la città metropolitana sospenderà gli abbattimenti – promettono Calcerano Alemanni e Bonessio –  lanceremo un crowdfunding per pagare l'indennizzo alla proprietà". 

Piani di Assetto: un'attesa ingiustificata

A margine viene fatta anche un'altra osservazione. Le responsabilità di RomaNatura e della Città Metropolitana che, stante i nulla osta, ha autorizzato il taglio degli alberi, arrivano a margine di una carenza ultradecennale. La Riserva di Decima Malafede continua a non avere le necessarie tutele. "Il Piano di Assetto che potrebbe evitare casi come questo, giace in attesa di approvazione da anni – riflettono i Verdi – Chiediamo al Presidente Zingaretti e a Maurizio Gubbiotti, Presidente di Roma Natura, l'impegno a farlo approvare entro l'estate". Farlo, significherebbe mettere a disposizione della riserva uno strumento importante, utile a preservarne la salvaguardia. Un obiettivo sicuramente condiviso da ogni livello dell'amministrazione. Il ritardo va colmato prima che, di aree verdi da proteggere e valorizzare, rimanga solo un romantico ricordo.

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