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Eur Eur / Viale America, 20

Sfratto Piscina delle Rose, la versione del gestore: "Da Eur spa pretese inaccettabili"

Claudio Schermi, titolare del Canottieri Eur e della società che dal 2001 ha in concessione l'impianto, racconta i motivi dello scontro con l'ente: "Hanno raddoppiato l'affitto e vogliono levarci l'attività sportiva"

La vertenza tra i gestori della piscina delle Rose e l'ente proprietario dell'impianto, Eur Spa, rischia di protrarsi molto a lungo. Il 21 marzo l'ufficiale giudiziario che avrebbe dovuto effettuare lo sfratto per morosità non ha proceduto e adesso chi da oltre vent'anni porta avanti le attività sportive passa al contrattacco, senza esclusioni di colpi. A parlare a RomaToday è Claudio Schermi, amministratore unico della Gesport Eur 999 Srl e del circolo Canottieri Eur: "Non ci sono abusi edilizi, io non sono indagato per nessun reato e dal 2018 cerco di arrivare a un accordo per il canone con l'ente ma non me lo permettono". 

Facciamo un passo indietro. La piscina delle Rose è un impianto sportivo, che include tra le altre cose una palestra e una vasca di 50 metri con attività tutto l'anno ed è aperta al pubblico durante la stagione estiva. Costruita per i Giochi olimpici del 1960, si trova proprio nel laghetto dell'Eur con accesso da viale America 20. Dal 2001 titolare della gestione è Claudio Schermi, amministratore unico della Gesport 999 Srl, dal 1984 anche a capo del circolo canottieri Eur che nel laghetto svolge attività sportiva quotidianamente. L'8 marzo 2023 Eur Spa, ente partecipato dal MEF e da Roma Capitale, decide di rimettere a bando l'impianto annunciando la scadenza il 12 aprile e inoltre che il 21 marzo sarebbe stato eseguito lo sfratto del gestore per morosità e per l'accertamento di abusi edilizi. Il 21 marzo lo sfratto non avviene, l'ufficiale giudiziario si dichiara non competente per identificare a livello catastale l'immobile e così se ne va lasciando tutto così com'è. 

Schermi, Eur Spa sostiene che la sua società abbia commesso degli abusi. E' vero?

"No, se ci fossero sarei indagato e invece nessuna istituzione in tutti questi anni ha mai certificato alcunché. Stiamo parlando di arredi, cioè ombrelloni, che possono essere rimossi. Noi lo facciamo quasi ogni anno, spesso per cambiare i teloni che si sporcano o diventano vecchi. Abbiamo l'autorizzazione stagionale della Soprintendenza. Da cinque anni, per un periodo anche appoggiati da Eur Spa, abbiamo chiesto di vedercela trasformare in autorizzazione temporanea, potendo quindi mettere una struttura leggera amovibile su richiesta". 

Gli ombrelloni quindi fanno parte di un'attività commerciale. Avete il permesso?

"Abbiamo una licenza dal 2005, è un ristorante. D'altronde nel contratto di locazione che ci è stato fatto sin dall'inizio sono inserite queste attività collaterali, anche perché sennò sarebbe impossibile sostenere tutte le spese senza alzare vertiginosamente le tariffe per i soci. Per anni inoltre Eur Spa ci ha delegati a presentare la Scia per inizio attività, documento che dal 2018 non è neanche più necessario ma noi abbiamo proseguito a produrlo, seppur senza l'intermediazione di Eur Spa.

Allora come mai siete sotto sfratto? Non avete pagato i canoni, evidentemente.

"Il nostro canone era di circa 10.000 euro al mese. Nel 2015 abbiamo dei problemi amministrativi, non paghiamo per tre o quattro mesi e allora la proprietà inizia l'iter per lo sfratto, in questi casi si dice che ottiene il 'titolo'. Dopo questo evento, però, avevamo ricontrattato gli accordi di locazione, avevamo avanzato una proposta e Eur Spa l'aveva accettata. Noi transammo, e nell'accordo di transazione c'era scritto che il 'titolo', quello che se attivato avrebbe comportato lo sfratto, sarebbe rimasto valido solo fino al 31 dicembre 2015. Il problema è che nel 2016 iniziano ad arrivarci i canoni da pagare con la dicitur 'indennità di occupazione'". 

Dunque, in sostanza, voi siete considerati abusivi da quel momento. E cosa ha fatto, a quel punto?

"Tra il 2016 e il 2018 continuiamo a pagare, facciamo anche una serie di lavori di manutenzione e nel 2018 lo stesso ente riconosce di dovermo dare 68.000 euro. Finalmente a febbraio 2018 arriva la bozza di nuovo contratto di locazione, ma nel giro di poco cambia il direttore commerciale di Eur Spa e mentre un mese prima il mio interlocutore dava tutto per concluso, il successore se ne lava le mani. A quel punto siamo finiti in mediazione obbligatoria, era il novembre 2019". 

Che è successo in quel frangente?

"Ci siamo presentati con assegni circolari superiori a 206.000 euro più o 68.000 euro che loro dovevano a noi. Eur Spa si presenta, ma non aderisce alla mediazione e quindi si conclude negativamente. Poi scoppia la pandemia, per un anno non ci sono più incontri e arriviamo al cambio di vertici nell'ente, con la nomina dell'ad Angela Maria Cossellu, che incontro a giugno 2022 dopo cinque mesi di richieste. A quel punto inizia a chiederci di tutto: 680.000 euro per il canone dal 2018 al 2023, più i famosi 68.000 euro che non vogliono più riconoscerci. Quando diciamo che va bene così, ci chiedono anche gli interessi e arriviamo a circa 800.000 euro complessivi. Diciamo sì anche a quella cifra, ma prima ci comunicano la maggiorazione da 10.000 a 17.000 euro per l'affitto mensile e poi, un attimo prima della firma, aggiungono un'ulteriore rivalutazione che fa schizzare il canone a 21.000 euro. Quindi raddoppia, cosa che stanno proponendo a tutti qui nel quartiere". 

Quindi avete rinunciato per questo, per l'entità dell'affitto mensile?

"In realtà no. Il banco è saltato perchè Eur Spa ha chiesto indietro l'attività sportiva di canoa, vela e dragon boat che viene fatta dal 1984 dal mio circolo e per cui viene utilizzato il laghetto dagli anni '60. Ho chiesto si inserisse questa attività nel contratto della piscina delle Rose, la dottoresa Cossellu non ha voluto e allora ho mollato. Per me l'attività al laghetto è un pezzo di cuore, l'ho inaugurata il giorno della nascita di mio figlio. Mi sono presentato con tutte le intenzioni, volendo pagare tutto, anche gli interessi non dovuti, perché non abbiamo perso alcuna causa, però non è bastato". 

L'8 marzo Eur Spa ha pubblicato un bando per la nuova gestione, è rimasto sospreso?

"Il 6 marzo eravamo ancora in trattativa, se due giorni dopo pubblicano un bando significa che già volevano cambiare gestione. Mi permetta però di dire che è fatto male: non ci sono una serie di requisiti che invece a noi vennero chiesti. E poi come si fa a chieere 22.000 euro al mese di affitto? I circoli sportivi sul Tevere pagano il canone ricognitorio, una cifra molto più bassa della nostra, quindi questo ci pone in una fascia già troppo alta a livello di concorrenza. A quanto devono far arrivare la quote annuali i gestori? E poi, da bando, bisognerebbe anche levare gli ombrelloni e l'attività ristorativa, è insostenibile". 

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