Pini da salvare, i cittadini si autotassano: da nord a sud iniezioni contro la cocciniglia
Dopo aver provato con le coccinelle i comitati di zona raccolgono fondi per i trattamenti endoterapici ai pini colpiti dalla Toumeyella
I trattamenti endoterapici per salvare i pini di Roma sono pagati dai cittadini. Da Saxa Rubra a Giuliano Dalmata, dal quadrante Nord a quello Sud della Capitale, la lotta contro la Cocciniglia tartaruga passa per le raccolte fondi dei residenti.
La cocciniglia (Toumeyella parvicornis) dal 2018 ha raggiunto i pini di Roma. Si tratta di un insetto alieno, originario dei Caraibi, contro il quale non esistono, in Italia, predatori specifici. Dopo aver infestato gli alberi del quadrante meridionale, da Mostacciano all’Eur, l’insetto ha raggiunto i pini in tutto il resto della Capitale. Un flagello che, gli agronomi romani, hanno immediatamente segnalato.
Il ritardo delle istituzioni
Il ritardo nel pubblicare un piano fitoterapico regionale, non ha consentito di mettere in campo soluzioni efficaci contro la cocciniglia. I romani però, preoccupati per la sorte dei pini, si sono dati da fare nel cercare delle soluzioni. A Roma Nord, nella zona del quartiere Africano, l’associazione “Amici di Villa Leopardi” ha acquistato e liberato 4mila coccinelle, predatori naturali della Toumeyella. Un espediente che però non è stato emulato nel resto della città.
Le sperimentazioni endoterapiche
Più diffuso sta invece diventando il ricorso ai trattamenti endoterapici. Gli studi effettuati, in via sperimentale, sugli alberi dell’Eur e nei giardini vaticani, hanno confermato la bontà della scelta. La gran parte dei pini a cui era stato iniettato un particolare insetticida, l’abamectina, hanno infatti superato il problema della Toumeyella. Ed è questa la soluzione che, i comitati locali, hanno deciso di sostenere.
I pini di Saxa Rubra
I primi a decidere di autossarsi per finanziare il costoso trattamento sono stati i residenti di Saxa Rubra. Lì, nel corso dell’estate è stata avviata, “Un’azione puramente privata nel silenzio totale degli amministratori” aveva spiegato il suo promotore, l’architetto Paolo Salonia. Un semplice cittadino che, preoccupato dalle sorti dei pini presenti nella zona, ha promosso una raccolta fondi per effettuare il trattamento endoterapico a 500 alberi.
La raccolta fondi a Roma sud
A Roma Sud invece è stata l’associazione Gentes a farsi promotrice di un’analoga iniziativa. Nel quartiere di Giuliano Dalmata sono presenti delle alberature storiche “piantate negli anni 30 durante la realizzazione dell’E42 (il cosiddetto pentagono dell’Eur ndr) e poi diventati uno dei simboli del successivo Villaggio Giuliano”. Poiché anche questi alberi sono stati attaccati dalla cocciniglia tartaruga, l’associazione ha deciso di lanciare una raccolta fondi per consentire di salvare “i 36 pini collocati su suolo pubblico nel vecchio Villaggio Giuliano”. Anche in questo caso ricorrendo alle iniezioni di abamectina.
Il periodo adatto al trattamento
La salvaguardia dei pini, stante il ritardo con cui si sono mosse le istituzioni locali, sembra quindi legarsi soprattutto all’iniziativa dei residenti. Il tempo, come sempre, rappresenta una variabile tutt’altro che trascurabile. Nelle linee guida che erano state inviate per approvazione al Ministero, infatti, si legge che “per i trattamenti endoterapici, si ritiene consigliabile intervenire nel periodo fine inverno-inizio primavera”. Il momento consigliato per le iniezioni di abamectina, quindi, è proprio adesso.