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Cecchignola Sud ancora senza Piano di Zona

Dopo 25 anni, ai residenti di Cecchignola Sud ancora non sono state garantite le aree verdi e le scuole previste dall’originario Piano di Zona. Ormai irrimediabilmente scaduto

Non sembra esaurirsi la questione relativa al completamento di Cecchignola Sud.

Il tavolo tecnico. Il recente incontro, tenutosi in Municipio, alla presenza del minisindaco Calzetta, dell’Assessore Corsini e di buona parte delle associazioni del quadrante, non ha sortito gli effetti sperati. Almeno dal punto di vista dell’Avvocato Ricciardi, che lo aveva a lungo caldeggiato. “Si è trattato di  un incontro tecnico rimasto sul nastro di partenza” ha riconosciuto lo stesso portavoce del gruppo “Cecchignola Sud, non è mai troppo tardi…”

Risarcimenti e proposte. Probabilmente per l’assenza, al tavolo, del gruppo consortile La Nuova Fonte Meravigliosa, che a breve otterrà un risarcimento ultramilionario dal Comune di Roma per l’illecito esproprio che ha subito decine di anni fa. O forse perché non si è riusciti a trovare, sempre secondo Ricciardi, la quadra in una situazione particolarmente ingarbugliata. “Io volevo, contestualmente al riconoscimento del denaro da parte dell’amministrazione, che si provasse ad ottenere una concessione gratuita di poche migliaia di metri quadrati” ci ha spiegato sempre Riccardi, raggiunto telefonicamente.
Terreni sui quali sarebbe stato possibile ricavare un parco, “da realizzarsi nel triangolo tra Via Zola, Via Cecchignola e via Foster” ma anche per costruire quelle scuole, previste in un piano di zona rimasto sulla carta. O nei cassetti di chissà quale Ente locale. E che, in ogni caso, ormai è decaduto.

L'incubo di una nuova cementificazione. “La mia intenzione era quella di provare a far arrivare alla pubblica amministrazione, l’esigenza di quanti, dopo tanti anni, forse si sono un po’ rassegnati. Ma che comunque ancora sono rimasti senza quei servizi necessari, che non sono mai stati garantiti loro” ci spiega Ricciardi. Un’intenzione nobile, ma che cozza con il timore di quanti non vedono di buon occhio il riaprirsi di questo contenzioso.
In effetti, essendo scaduto il termine entro il quale realizzare il Piano di Zona, la cui delibera di approvazione regionale risale al 1987, riparlare oggi di quei servizi, potrebbe aprire un varco. Una corsia preferenziale verso quanti,  attraverso l’elaborazione di un ulteriore Piano di Zona, potrebbero pensare di rilasciare quei servizi tanto agognati, come oneri di urbanizzazione a fronte di una nuova, limitrofe cementificazione. Uno scenario che  potrebbe facilmente tradursi, in questa prospettiva, nel danno che si aggiunge alla beffa.
 

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