La storia di Virgilio Romano, da 70 anni alla Cecchignola per vestire i soldati italiani
Il capo sarto militare, 85 anni, è arrivato dalla Calabria nel 1951 e non se n'è mai andato. E' ormai l'unico artigiano di uniformi di rappresentanza a Roma, ma per fortuna il figlio Maurizio sta prendendo le redini del laboratorio
Quando Virgilio Romano, classe '36, arrivò dalla Calabria a Roma, per ricongiungersi al fratello, aveva solo 15 anni. Da Malito in provincia di Cosenza approdò in un quartiere ancora tutto da costruire, fatto da una strada senza illuminazione e qualche caserma: la Cecchignola. Era il 1951 e quell'anno, il 28 novembre, Romano iniziò a lavorare come sartore militare. Domenica scorsa Virgilio, certificato Capo Sarto nell'aprile 1967, ha festeggiato ben 70 anni di attività "agli ordini" dell'Esercito Italiano.
Un'istituzione per molti Corpi dell'Esercito Italiano
"Settant'anni di reggimenti e rappresentanze, di vestizioni alle reclute, alzabandiera, giuramenti - ricorda il Maestro in un post Facebook - sfilate e picchetti, matrimoni militari, lavori di artigianato storico militare, partenze e rientri da missioni, scuole e accademie". Da 40 anni Virgilio e chi in tanti decenni lo ha supportato realizza uniformi di rappresentanza per la Brigata Granatieri Sardegna, da 25 anni per i Lancieri di Montebello, da 13 anni con il I Granatieri "ma anche per la rappresentanza del I Reggimento Bersaglieri quando era inquadrato nella Brugata e il II Granatieri". Adesso si è aggiunta anche la rappresentanza del Battaglione San Marco.
L'eredità raccolta dal figlio Maurizio
Un'arte, quella del sartore militare, ormai rimasta custodita in pochissime mani come spiega a RomaToday il figlio Maurizio. "Papà è probabilmente l'unico capo sarto militare rimasto - sottolinea - ma ho deciso di dargli una mano e c'è stato ricambio generazionale. Io sono un agronomo, ma non volevo che sparisse il laboratorio". La specialità della sartoria Romano sono le uniformi umbertine risalenti al XIX Secolo: "Non sono quelle di tutti i giorni, ovviamente - spiega Maurizio - ma quelle appunto per la rappresentanza, per le cerimonie particolari, i picchetti d'onore. Per esempio realizzato le uniformi per il picchetto al presidente statunitense e a quello francese. Lavoriamo anche per il cinema e la tv, abbiamo appena fatto un'uniforme per una serie tv sul Generale Dalla Chiesa, interpretato da Sergio Castellitto".
"Il sogno è un laboratorio artigianale"
L'ultima novità della sartoria è l'acquisto di una stampante 3D "per poter fare i fregi antichi che altrimenti dovrei reperire all'estero perché in Italia, soprattutto i pezzi unici, non li fa più nessuno". Uno degli ultimi lavori è stata quasi un'impresa: "La Guardia di Finanza ci ha chiesto le uniformi per il suo museo a Firenze - aggiunge Maurizio - e così abbiamo dovuto creare le uniformi del Granducato di Toscana. Però ci siamo basati sulla descrizione contenuta in un manoscritto, non c'erano altri modelli a disposizione". Lo scopo del figlio di Virgilio è quello di riportare in auge un'arte a rischio estinzione: "Vorrei mettere in piedi un laboratorio di artigianato militare - confessa - non solo sartoria, anche pelletteria e berrettificio. Se penso che dei tre pellettai di Roma uno è morto, un altro è in pensione e un altro sta male. I piumetti militari li facevano a Primavalle, ma presto non ci sarà più nessuno".