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Discarica Laurentina, il patto sui rifiuti fa infuriare i cittadini: "Un accordo al ribasso a nostra insaputa"

La replica della presidente: "Non è stato possibile far combaciare le richieste di tutti, ci è sembrato importante mettere nero su bianco alcuni impegni"

Il patto firmato il 5 maggio tra IX municipio e Cortac Srl, con quest'ultima che si impegna a non ricevere rifiuti solidi urbani all'interno del sito che gestisce al km 11 della Laurentina, ha fatto storcere il naso ad ambientalisti e cittadini. Non perché l'idea di evitare una discarica tra Fonte Laurentina e Valleranno venga respinta, ci mancherebbe, ma perché al tavolo con municipio e società non c'era nessun comitato. E quanto ottenuto dalla giunta Di Salvo è sembrato un "baratto". 

Nel testo si legge che la Cortac si impegna, oltre che a non ricevere Rsu, anche a riqualificare alcune aree verdi intorno al sito, con nuove alberature, panchine e cestini "in base alla disponibilità economica della società". Per Massimiliano Coppola, presidente del circolo Legambiente dell'agro romano meridionale, non è affatto sufficiente: "Sono mesi che lavoriamo ad un patto territoriale - spiega a RomaToday - in cui chiediamo garanzie, come per esempio la possibilità di costituire un comitato di controllo che abbia accesso al sito. Ma la Cortac non ha ancora firmato il documento. Quanto la presidente Di Salvo e la Cortac hanno firmato è un baratto, del quale inoltre non siamo stati informati. Sono deluso, arrabbiato, mi sento tradito e come me anche i cittadini che lottano da anni. Non c'è stata trasparenza". 

Anche da Vallerano, uno dei quartieri che si trovano più vicini alla discarica dell'ex cava Covalca, il presidente del comitato Mario Pagani condivide il risentimento: "Non siamo stati avvisati - spiega - e non conosciamo nemmeno bene il contenuto di questo accordo. Per noi vale ancora il lavoro fatto per mesi, arrivando fino in Regione Lazio, sulla richiesta di garanzie ben diverse rispetto alla gestione della discarica di inerti e l'apertura verso la cittadinanza. Sono abbastanza scandalizzato per quanto accaduto". 

Interpellata da RomaToday, la presidente del IX Titti Di Salvo replica così alle accuse di Legambiente e dei comitati: "Abbiamo provato a promuovere un patto a tre - fa sapere la minisindaca Pd - tra soggetti che non si erano mai parlati prima, lavorando su un testo che però non vedeva l'accordo di tutti. La Cortac, infatti, non condivideva quanto chiesto dalle associazioni. In tutto ciò, l'amministrazione si è posta come soggetto a tutela delle istanze di entrambe le parti, com'è giusto che sia. Non siamo riusciti a raggiungere lo scopo, ma abbiamo pensato fosse comunque importante mettere nero su bianco l'impegno della Cortac a non ricevere rifiuti solidi urbani. E questo non era un obbligo. Avvertire i comitati? E' stato fatto, non so se con tutti. Fino ad oggi il municipio non era mai entrato in questo tema, noi lo abbiamo fatto cercando di ricucire una relazione mai esistita". Di Salvo poi conclude: "Abbiamo già detto alle associazioni che ci incontreremo di nuovo presto". 

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