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Venerdì, 19 Aprile 2024
Laurentino

Nel municipio del termovalorizzatore: "Siamo la pattumiera di Roma"

Legambiente torna a lanciare l'allarme. La minisindaca: "La concentrazione è un problema, ma i Cinquestelle volevano fare un'altra discarica"

Discariche di inerti, di rifiuti pericolosi e non pericolosi, impianti che trattano materiali ferrosi e all'orizzonte un impianto per la termo combustione di 600.000 tonnellate l'anno di tal quale, il rifiuto indifferenziato, annunciato ad aprile scorso dal sindaco e commissario straordinario Roberto Gualtieri. Nel IX municipio si sentono braccati dalla "monnezza" e mentre si costituiscono nuovi comitati insieme ai vecchi già in lotta per fermare la costruzione di nuove strutture, gli ambientalisti fanno l'elenco dei siti esistenti e di prossima realizzazione. Con una certezza, da parte loro: "Siamo la pattumiera di Roma". 

Il termovalorizzatore e non solo: la mappa della "monnezza" in IX municipio

Entro il 2027, nelle intenzioni dell'attuale amministrazione capitolina, in località Santa Palomba sorgerà un impianto di termocombustione dei rifiuti indifferenziati della Capitale. Seicentomila tonnellate l'anno, portate prevalentemente in treno in quello che è l'ultimo lembo di Roma prima che si trasformi in Pomezia. Una borgata quasi priva di servizi, dove l'orizzonte si divide tra pochi insediamenti popolari e aree industriali, capannoni, terreni. Gli ambientalisti, che già due volte hanno manifestato in consiglio municipale contro la scelta di Gualtieri e dell'assessora Alfonsi, hanno da poco aggiornato la mappa degli impianti e delle discariche presenti solo nel quadrante del IX municipio, quello dell'Eur ma anche di Selvotta, di Trigoria, della Cecchignola e appunto di Santa Palomba.

Legambiente: "Ci dicessero prima che hanno deciso di farci diventare la pattumiera di Roma"

"Ci sono diversi impianti e discariche che insistono sullo stesso territorio - ricorda Massimiliano Coppola, presidente del circolo Legambiente agro romano meridionale - e in tutto e per tutto serviranno a trattare rifiuti speciali e pericolosi che usciranno dall'inceneritore. Ci avevano promesso la riqualificazione di Santa Palomba, ma al momento vediamo solo impianti all'orizzonte. Che altro manca? Ce lo dicessero prima, così i cittadini che risiedono qui lo sanno e si muovono per tempo, provando a vendere le case che ancora hanno un minimo di valore. Hanno deciso che saremo la pattumiera della città? Per non parlare dell'impatto sulla viabilità e sulla tenuta delle nostre arterie principali, come Ardeatina e Laurentina, solcate ogni giorno da centinaia di mezzi pesanti". 

L'accesso agli atti di Legambiente per conoscere lo "stato dell'arte"

Lo scorso 24 novembre il circolo ambientalista ha inoltrato una richiesta di accesso civico generalizzato al dipartimento rifiuti di Roma Capitale, per sapere lo stato dell'arte relativo a impianti esistenti e autorizzazioni in corso per nuove strutture o siti di conferimento, ma anche per saperne di più rispetto a possibili autodemolitori e impianti di trasferenza, come quello sulla via Pontina. Una voce iniziata a circolare in estate, mai confermata: e infatti al dipartimento non risulta "alcuna documentazione". Idem per la "rilocazione di autodemolitori". Nella risposta arrivata subito prima di Natale, però, c'è molto di più. 

Dal biodigestore nella riserva all'impianto da 80mila tonnellate

Per esempio la realizzazione di un impianto per il trattamento di 65.000 tonnellate l'anno di rifiuti non pericolosi mediante la digestione anaerobica, il compostaggio e il lombricompostaggio. L'iter, iniziato su richiesta della Laziale Ambiente Srl, ha visto concludersi la fase di richiesta d'integrazione documentale. Adesso dovrà iniziare la conferenza dei servizi regionale. Certo è che l'iter è ormai "vecchio": la notizia della richiesta di autorizzazione risale al giugno 2016, quando l'allora consigliere di opposizione Alessandro Lepidini - assessore all'ambiente fino a novembre 2022 - si mise sulle barricate contro l'ipotesi. Il sito, infatti, è previsto al km 21 della via Laurentina, in località Solfatara, nel pieno dell'agro romano. Siamo nella riserva naturale di Decima-Malafede. C'è poi in corso il riesame dell'A.I.A., l'autorizzazione integrata ambientale per un impianto di gestione trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi in via delle Gerbere, a Santa Palomba, di proprietà della Ric.re.a. Srl. L'autorizzazione risale al luglio 2015 da parte della Regione, per una capacità di 50 tonnellate annue. Al momento, nonostante la possibilità di gestire fino a 80.200 tonnellate annue (oltre la metà delle quali di rifiuti pericolosi), la società ne tratta 18.000, delle quali 11.000 tonnellate annue di rifiuti pericolosi. Sempre a Santa Palomba, in via Pian Savelli, è in corso il procedimento per il riesame con valenza di rinnovo dell'A.I.A. per un impianto di recupero per la produzione di materie prime seconde, cioè scarti di produzione o di materie derivanti da processi di riciclo che vengono poi reimmessi nel sistema economico. Nell'impianto arrivano ogni giorno rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, sotto la gestione dell'Italferro Srl, società che fa parte della Ecofer Ambiente Srl. 

Discarica ex Covalca, la Regione autorizza l'ampliamento: cittadini in rivolta

Il prossimo raddoppio dell'ex Covalca sulla Laurentina

Dal 2019, poi, è in ballo l'ampliamento della discarica di inerti al km 11,200 della via Laurentina, nell'ex cava Covalca. Il sito, gestito dalla società Co.r.t.a.c. Srl, è già operativo ma ormai tre anni fa ha chiesto alla Regione Lazio di potersi allargare, utilizzando anche un secondo incavo ad oggi inutilizzato. L'iter procedurale è concluso: il 31 maggio 2022 i gestori hanno ricevuto l'ok per la compatibilità ambientale, attendono solo l'autorizzazione all'esercizio. Inutili le proteste dei comitati di quartiere Casal Fattoria, Vallerano, Torretta e Fonte Laurentina insieme al circolo Legambiente e anche la mediazione del municipio, in particolare con l'ex assessore Lepidini e il presidente della commissione ambiente Manuel Gagliardi. In ogni caso, a inizio maggio scorso l'amministrazione locale è riuscita a strappare alla società l'impegno a non accogliere Rsu all'interno degli invasi. L'obiettivo è di rendere nullo il documento tecnico di Roma Capitale che nel 2019 inseriva il sito a Roma sud tra quelli in elenco per una papabile discarica di rifiuti solidi urbani. 

Gli altri siti messi su mappa da Legambiente

A tutto quanto elencato si aggiungono la discarica sulla via Ardeatina al km 15+300 (Ecofer), la discarica di inerti a Porta Medaglia gestita dalla Seipa, un'altra simile a via della Selvotta sempre di Seipa insieme al gruppo Quattro A Srl, l'impianto di rifiuti riciclabili, inerti e pericolosi della Stramaccioni Ecologica in via Giovanni Canestrini, tra Spregamore e Colle dei Pini. Tutti siti elencati e messi su mappa da Legambiente.

Di Salvo: "C'è chi voleva fare la discarica. I rifiuti arriveranno in treno"

"La concentrazione certo è un problema - commenta, interpellata da RomaToday, la presidente del IX Titti Di Salvo - . Proprio per questo non sarebbe stato possibile sommare a ciò che c’è la discarica per il conferimento dei rifiuti che era ciò che era previsto prima della scelta del commissario Gualtieri di insediare nell’area industriale di Santa Palomba il termovalorizzatore. L’amministrazione precedente, infatti, aveva individuato il nostro territorio per la nuova discarica. Anche il piano regionale ne menzionava la necessità". La posizione della minisindaca Pd, che non si è mai detta contraria al termovalorizzatore, è chiara.  "Termovalorizzatore e discarica sono soluzioni del tutto diverse  - specifica ancora - sia dal punto di vista dell’impianto ambientale, come certificato dalle misurazioni ambientali nelle città italiane, non solo straniere in cui esistono, sia dal punto di vista della produzione di energia che il termovalorizzatore consente.  E' però importante che la misurazione dell’impatto ambientale avvenga con un monitoraggio costante e anche con il coinvolgimento dei cittadini.  Rispetto alla logistica, l’Ardeatina non è in grado di sopportare un traffico pesante per il quale non è stata immaginata. La soluzione prevista nel piano del commissario è quella di utilizzare il trasporto su ferro".

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