Cecchignola, per l'azienda agricola salta l'esproprio in zona rossa: "Ora intervenga il Comune"
Nonostante la zona rossa, decine di persone accorse per difendere “l’Orto di Giulia”: è sotto esproprio
Niente esproprio durante la zona rossa. A contestare l’esecuzione del provvedimento, in via della Cecchignola, lunedì 15 marzo si sono presentate decine di persone. Hanno raccolto l’appello lanciato in rete da Giulia Marrocchini, titolare di una piccola azienda agricola dalla lunga tradizione.
Un legame secolare
“La mia famiglia vive in queste terre da cento anni e con i miei figli abbiamo raggiunto la quinta generazione” ha ricordato la giovane imprenditrice agricola che, da un paio di anni, ha ripreso l’attività del nonno. Lo fa in un terreno, di 8mila metri quadrati, che la sua famiglia non è mai stata interessata a cedere. Ma che, per effetto di piano urbanistico già approvato, rientra nell’area dove un consorzio è intenzionato a costruire delle nuove palazzine.
L'esproprio
Forte di una convenzione stipulata con il Comune, il consorzio ha rivendicato l’esproprio, che finirebbe per privare Giulia del suo orto e di parte del giardino dove sorge la casa in cui la famiglia abita da generazioni. L’esproprio è già stato notificato ed il 15 marzo l’ufficiale giudiziario si è presentato sul posto, incontrando le proteste dei cittadini che, nonostante la zona rossa, sono andati ad offrire la propria solidarietà.
Un fenomeno da incentivare
Tra le realtà che hanno aderito al video appello di Giulia, presentandosi in loco, figura anche il circolo di Legambiente dell’Agro romano meridionale. “In questa zona - hanno spiegato - si verifica un interessante passaggio generazionale, con dei giovani che hanno ripreso la coltivazione di terreni che erano stati lavorate delle rispettive famiglie, come ha fatto Giulia”. Un fenomeno che andrebbe incentivato e che invece rischia, nel caso specifico, di essere cancellato dalla realizzazione di un vecchio progetto urbanistico.
L'erosione dell'agro romano
“E’ indispensabile andare a vedere il Piano regolatore di Roma perchè dal 2008 ad oggi i le esigenze sono cambiate - ha sottolineato la presidente del Municipio VII Monica Lozzi, accorsa sul posto dopo aver visto il video pubblicato dalla giovane imprenditrice agricola - il rilancio dell’edilizia non può partire dal consumo di ulteriore suolo, ma dalla riqualificazione dell'esistente e dell'efficientamento energetico ed è fondamentale farlo perchè si sta continuano a devastare l’agro romano e - ha rimarcato la minisindaca, leader del movimento Revoluzione Civica - nel 2021 non è più accettabile”.
“Non è possibile che in una città con migliaia di case sfitte e tantissimi terreni agricoli incolti anche e soprattutto pubblici, si tolga la terra a chi la coltiva per darla a chi vorrebbe costruire le ennesime case in periferia che rischiano di rimanere vuote e dissennato consumo di suolo” ha commentato in una nota congiunta il gruppo PD del Comune e quello del Municipio IX che, sul posto, era rappresentato dal consigliere Alessandro Lepidini.
L'appello al Municipio ed al Comune
“Oltre che in Consiglio del Municipio IX, è necessario portare con la massima urgenza la questione in Assemblea capitolina richiamando la Raggi e il movimento 5stelle alle loro responsabilità” hanno ribadito i democratici che hanno chiesto di procedere “al ritiro del decreto di esproprio o almeno di un’immediata sospensione delle sua efficacia”. Perchè, tra qualche giorno, l’ufficiale giudiziario tornerà sul posto. L’esproprio, per ora, è stato solo rimandato.