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Spinaceto: il Tellene racconta la sua storia

Dalla Conferenza dei Servizi alla proposta di risoluzione della Commissione Sport, i referenti del Tellene chiariscono, in anteprima, la posizione della società sportiva relativamente ai lavori sull’impianto

La storia dell’impianto sportivo di Spinaceto,  recentemente oggetto di un'importante attenzione mediatica e  politica, è poco nota.

LE ORIGINI DELL'IMPIANTO - Per comprendere fino in fondo di cosa si stia parlando, siamo andati ad intervistare le due persone che, attualmente, detengono le quote di maggioranza della società che ha in concessione l’impianto: Roberto Piccoli e Giorgio Di Giorgio. Innanzitutto, chiariamo che la struttura esiste da qualche anno. La presa in consegna, infatti, risale al novembre del 2005 anche se il sindaco Veltroni venne ad inaugurarlo il 17 febbraio del 2006. Da allora il Tellene, nonostante la crescita che lo ha portato a raggiungere, quest’anno,  la soglia dei 1000 iscritti, non è stato un impianto oggetto di particolari attenzioni. Fino alle ultime settimane.

PROPOSTA DI RISOLUZIONE - In particolare, recentemente, c’è stata una proposta di Risoluzione presentata da alcuni Consiglieri in Commissione Sport, che è stata votata e girata in Giunta municipale. In questa proposta, la Commissione ha deciso di “invitare il Presidente del Municipio ad attivarsi affinchè vengano assunti atti finalizzati al ripristino dello stato dei luoghi, delle opere realizzate senza titolo autorizzativo; applicare quanto previsto dalla deliberazione di consiglio comunale 170/2002, procedendo con la revoca della concessione alla S.S.D. Tellene; attivare le procedure necessarie all’indizione di un nuovo bando pubblico per la concessione dell’impianto sportivo in oggetto”.

LE COMPETENZE E LE RICHIESTE INEVASE - In sostanza, quello che si chiede, oltre all’abbattimento dei manufatti realizzati senza titoli autorizzativi, è l’indizione di un nuovo bando comunale. Poiché la struttura, come vedremo, è concessa dal Comune. “L’impianto è comunale – ribadisce secco a quest’osservazione Giorgio Di Giorgio, azionista di maggioranza del Tellene insieme a Piccoli – e pertanto le competenze sono del Comune, non del Municipio a cui spettano le competenze proprie. Io mi domando se possa funzionare così un’amministrazione”. Dello stesso avviso, è Roberto Piccoli che, senza troppi giri di parole, commenta “si sono divertiti a chiedere una cosa impropria e che non gli spetta.Io vorrei parlare con questi signori ai quali per 4 volte ho chiesto di essere ricevuto”.
Ed in effetti, un paio di giorni fa la Giunta Calzetta, ma non il Consiglio Municipale né i Capigruppo, ha ricevuto il signor Piccoli, che durante la nostra intervista, prima di quell’incontro, ha tenuto a precisare come “abbiamo chiesto quattro volte di essere ricevuti nell’ordine al Presidente della Commissione Sport, al Presidente del Municipio, al Presidente dell’Assemblea Municipale ed al Direttore, chiedendo di essere ascoltato, perché sapevo che si discuteva di Tellene e sapevo che ero parte in causa. Ma nessuna risposta. Poi hanno fatto una Commissione e, venuto in possesso della bozza di risoluzione, ho scritto di nuovo al Presidente Calzetta, ed al Direttore Padolecchia. In assenza di risposta, ho rivolto analoga richiesta a tutti i Capigruppo, poiché forse l’opinione di Tellene sarebbe bene ascoltarla”. Cosa, come detto, avvenuta di recente, ma solo da parte del Presidente Calzetta e della sua Giunta.

IL MANUFATTO SENZA AUTORIZZAZIONE - Tornando alla risoluzione, posto che il Municipio, come nel caso del Tre Fontane e di altri impianti sportivi  nel territorio, non ha una competenza diretta, essendo questi comunali, vale la pena tornare sul primo argomento oggetto della risoluzione: la demolizione dei manufatti realizzati senza titoli autorizzativi. Si parte da una necessità, ravvisata dai soci dell’impianto sportivo. “Avevamo bisogno di allargare l’offerta, sennò non tornavano i conti – ci spiega Di Giorgio -  E quindi abbiamo pensato di dilatare un pochettino gli spazi. Abbiamo preso un architetto per fare un progetto, abbiamo messo tutto nero su bianco e poi lo abbiamo consegnato al Comune in via Capitan Bavastro. La prima ipotesi prevedeva una piscina. O comunque delle strutture dove realizzare le attività individuali. Con un’interlocuzione con il Municipio, abbiamo cominciato a vedere come fare. Ci hanno detto che dovevamo passare per una Conferenza dei Servizi. A quel punto abbiamo fatto un’altra ipotesi di spazio”.La scelta dei soci del Tellene, ricadde su una struttura di circa duecento metri quadrati, che si decise di annettere all’impianto. “Abbiamo iniziato a fare una tettoia, autorizzata – chiarisce Di Giorgio -. un movimento terra, autorizzato, un basamento autorizzato, tutte DIA (dichiarazioni di inizio attività) che abbiamo in mano noi. E abbiamo aperto la Conferenza dei Servizi che cominciò a prolungarsi, malgrado le sollecitazioni. Eravamo nel  2007. La Conferenza dei Servizi, è bene ricordarlo, è l’atto finale di interlocuzione coi funzionari”. Roberto Piccoli, conferma la versione del suo socio “Otteniamo dei DIA per quello che era possibile, per il resto è servita la Conferenza dei Servizi che è servita a fare il volume cosiddetto abusivo, quella parte aggiuntiva della palestra dei 200mq. La conferenza serviva a chiuderla ed a renderla praticabile, considerando che erano rispettate le distanze, le alzate ed i volumi,  dal Piano di Zona. La Conferenza dei Servizi ha ritenuto fattibile, legittimo, un volume per attività individuali, accompagnato da una ulteriore spogliatoio. Per cui nella Conferenza dei servizi è approvato il volume ed il relativo spogliatoio che non abbiamo più fatto”.

LA CONFERENZA DEI SERVIZI E LA PERENZIONE - In sostanza la Conferenza dei Servizi serviva ad autorizzare la chiusura del manufatto. Autorizzazione che non si è mai ottenuta. Perché la Conferenza dei Servizi – ricorda il Presidente del Tellene -  con tutti i pareri favorevoli, è rimasta orfana della delibera finale. E’ rimasta orfana perché nel frattempo sono partite denunce più o meno anonime che hanno dichiarato questo cosiddetto abuso. Perché dall’inizio della conferenza dei servizi alla sua chiusura non sono passati i 90 giorni che la legge prescriverebbe, ma è passato circa un anno. E noi – aggiunge sempre Piccoli - siamo stati costretti a concludere l’opera, come scrive benissimo il documento dell’architetto Vecchierelli, responsabile tecnico del Municipio e del Presidente Calzetta, altrimenti avremmo perduto il finanziamento regionale di 150mila euro che contribuiva a completare l’opera, data in conto capitale. Se non lo avessimo fatto,  la Regione si sarebbe ripresa i soldi che sarebbero andati in perenzione”. La perenzione, come riporta il Grande Dizionario Italiano Hoepli, consiste nell’ “Estinzione del rapporto processuale per mancanza di attività procedurale entro un determinato periodo di tempo prescritto dalla legge”.

LE PRECISAZIONI NECESSARIE - In definitiva, secondo quanto dichiara Piccoli e conferma Di Giorgio, se non avessero chiuso una palestra, di cui avevano ottenuto tutte le autorizzazioni salvo quella di realizzarne le mura perimetrali, il Tellene avrebbe perso i soldi del finanziamento regionale. Per concludere, tornando alla risoluzione dalla quale siamo partiti, si riscontrano tre elementi: la richiesta di una revoca della concessione e di un nuovo bando, per i quali il municipio non ha competenze dirette. Il terzo aspetto è dato dalla demolizione delle opere realizzate senza titolo autorizzativo, ovvero le mura perimetrali, costruite per evitare la perenzione suddetta.  Precisazioni necessarie,  ancora mai effettuate, che chiariscono molti aspetti di una vicenda che, tra visure camerali ed atti municipali, è spesso risultata di difficile divulgazione e comprensione.
 

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