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Eur Torrino / Via Piana di Montorio

Decima: lo storico ufficio postale lascia il quartiere

Un altro pezzo di storia del quartiere se ne va, sostituito da un nuovo ufficio postale di prossima apertura al Torrino Nord. Un problema per gli anziani del quartiere

Ci sono abitanti legati visceralmente al proprio quartiere. Soprattutto nella periferia romana, non è raro incontrare dei residenti che, attraverso i loro racconti, sono in grado di descrivere doviziosamente cosa c’era al posto di una strada, piuttosto che di un ufficio. Rivivere l’urbanizzazione di una metropoli come la Capitale, attraverso gli occhi di chi l’ha fisicamente provata, è un’esercizio che si rivela spesso arricchente, pieno di sorprese.

LO SVILUPPO URBANISTICO DI DECIMA. Passeggiare per Decima con Sergio Dobrovich, che nel quartiere  è andato ad abitare nel 1966, rientra in questo genere di esperienze. “Vedi, quando sono stati costruiti gli appartamenti ex INCIS, quelli cioè dei dipendenti dello Stato, nel quartiere c’erano pochissimi servizi. Per gli 808 appartamenti che si sviluppavano principalmente sul lato destro di via Camillo Sabbatini, direzione Torrino Sud, era stata predisposta una farmacia, una caserma dei Carabinieri ed un’ufficio postale” ricorda Dobrovich. “Poi la caserma è stata rimossa ed al suo posto hanno costruito delle villette. La farmacia è stata spostata, ed adesso tocca all’ufficio postale”.

VIA PIANA DI MONTORIO. L’ ufficio postale in via Piana di Montorio, una strada “per metà dei frontisti e per metà dell’ARDIS”, chiarisce Dobrovich, è una via che fiancheggia il rio Vallerano. Piena di cartelli palesemente posticci, mai rimossi dai Vigili Urbani, come anche d'una serie di parapedonali abusivamente piantati per delimitare le aree di parcheggio, via Piana di Montorio non è esattamente una strada di passaggio. E ciò nonostante, ha legato il suo nome a quello delle Poste Italiane. “Qui ci sono stati due differenti uffici postali, il primo più piccolino, stava qui –  dice il residente indicando un altro esercizio commerciale - l’altro è quello che chiuderà a breve”.

IL TIMORE DEI CITTADINI. Ed a proposito di questo discorso, la Consigliera UDC Francesca Barbato, capogruppo municipale, ha scritto al Servizio Affari Istituzionali di Poste Italiane, per  rappresentare, come si legge nella missiva, “le esigenze dei cittadini dei quartieri Decima/Torrino, allarmati dalla perdita di un servizio essenziale, consolidato e storico”.
La risposta, di poste italiane, volta a tranquillizzare i residenti, probabilmente non ha sortito l’effetto sperato “la Società – vi è scritto -  sempre attenta alle esigenze della Clientela, procederà al riposizionamento dell’ufficio di interesse (Roma 106) in un locale sito nelle immediate vicinanze”. Voci di popolo, sostengono che le immediate vicinanze corrispondano al centro commerciale SIC, tra l’EUR ed il Torrino Nord. E tuttavia, dagli uffici Affari Istituzionali di Poste, precisano che “nel raggio di circa tre chilometri sono disponibili gli uffici postali di Roma 138, Roma 139 e Roma Eur, la cui Clientela può rivolgersi in attesa della riapertura di Roma 106”.

UNA POSSIBILE ALTERNATIVA. C’è comunque un problema ed una bozza di soluzione. Ed è sempre Sergio Dobrovich a darcene conto “ Spostare l’ufficio postale, anche solo a due km di distanza, crea comunque un grosso disagio soprattutto ai pensionati, ed in generale agli anziani del quartiere, che sono tanti, e che vi si recano a piedi per fare le piccole operazioni postali o per riscuotere la pensione. A questo punto sarebbe bello se si riuscisse ad organizzare una sorta di navetta che, con una cadenza regolare, possa accompagnare gli abitanti più anziani al nuovo ufficio postale” riflette Dobrovich.

LA MEMORIA STORICA.  L’idea, evidentemente, è ancora in una fase embrionale, ma non è escluso che possa trasformarsi, nel corso del tempo, in qualche cosa di più concreto. Per ora, comunque, la posta rimane nella storica sede in via  Piana di Montorio. Almeno per un altro po’, diciamo il tempo necessario per  ultimare i lavori di adeguamento dei nuovi locali, al SIC. Dopodiché, un’altro pezzo di storia, come la farmacia e la caserma, lascerà il quartiere. Ma per fortuna ci sarà sempre chi, di questi luoghi, conserverà il ricordo. E li farà rivivere attraverso le proprie narrazioni, come oggi ha fatto con noi Sergio Dobrovich.
 

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