Commissione Riforme: l’opposizione denuncia una forzatura del Consiglio Municipale
La Commissione è stata inserita nella stessa delibera, insieme al rinnovo della composizione di altre quattro. "La delibera è stato un atto di forza nei nostri confronti" denunciano quattro consiglieri dell'opposizione
Sulla vicenda relativa all’istituzione di una nuova Commissione che ieri ha visto inanellarsi una serie di botta e risposta tra i consiglieri di maggioranza e di opposizione, arriva un’ulteriore precisazione.
L'opposizione attacca. A farla, sono ancora Contenta, Santoro Spadaro e Vecchio, ovvero i quattro rappresentanti del Pd e di Sinistra e Arcobaleno che, nella giornata appena trascorsa, avevano denunciato lo “spreco di denaro pubblico” che una nuova Commissione avrebbe determinato. "La destra che governa il Municipio XII, con l’aiuto di qualche stampella, stavolta ha superato se stessa: sulla commissione consiliare Roma Capitale mente sapendo di mentire sul nostro voto favorevole – dichiarano i quattro consiglieri d’opposizione in merito alla loro decisione di non far parte della commissione speciale su Roma Capitale – con poca imparzialità, data la carica che ricopre infatti, il Presidente del Consiglio municipale Cacciotti ha inserito questa nuova commissione in un’unica delibera che istituiva le commissioni ordinarie del Municipio nonché la nomina del Presidente della commissione trasparenza e controllo che spetta, di diritto, all’opposizione”.
Gentlemen agreement. Un diritto stabilito dalla consuetudine, piuttosto che da un regolamento scritto. In effetti sulla composizione delle Commissioni, al Municipio come altrove, si realizza un vero e proprio gentlemen agreement, eufemisticamente parlando, in virtù del quale i consiglieri di maggioranza ed opposizione cercano di distribuirsi in maniera equilibrata. Ovviamente, attraverso accordi che, tutto sommato, fanno parte del regolare processo democratico. Ragion per cui, l’istituzione della nuova Commissione Riforme, all’interno d’una delibera che comprendesse votazioni anche sulla composizione di altre commissioni, poteva rientrare nell’ottica di un tacito accordo. Per semplificare, il ragionamento poteva sembrare questo “Ti metto nella commissione x, in cambio, mi voti l’istituzione della commissione y”. Poteva sembrare. Ma in realtà, i quattro consiglieri d’opposizione, erano mossi da altre ragioni.
La delibera è "un atto di forza". “Abbiamo votato a favore di quella delibera che istituiva le quattro commissioni ordinarie e la commissione trasparenza, solo perché il nostro interesse è quello di far funzionare l’istituzione municipale dopo mesi di inattività da parte del Pdl- spiegano Santoro Contenta Vecchio e Spadaro, che chiariscono - Peraltro noi l'abbiamo contestata con tutti i nostri mezzi a partire dalla gestazione. Infatti per un mese, noi della vera opposizione a questa destra, abbiamo battagliato in conferenza dei capigruppo contro i gruppi politici che, assenti perpetui come l'IDV oppure conniventi come l'UDC, tentavano insieme a questa destra di portare il provvedimento al voto. Noi abbiamo scritto fiumi di inchiostro su questa cosa. Perchè non c'è nulla da parte dell'IDV? La delibera in questione, scritta peraltro dallo stesso Cacciotti, è stata presentata come un atto di forza nei nostri confronti, cosa che abbiamo più volte denunciato. Il dado è comunque tratto: noi non vogliamo che sia speso un euro in più in municipio e non permettiamo che in nome nostro si buttino dalla finestra altri soldi dei contribuenti”.
Costi della politica. E sulla questione dei mille euro che costerebbe ogni seduta della Commissione Bilancio, i conti sono presto fatti. Settantacinque euro a ciascuno dei nove Consiglieri più ulteriori rimborsi per quanti, di loro, si devono assentare dal lavoro, più il pagamento delle verbalizzante. Per un totale che si avvicina verosimilmente a quella cifra.