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Sul destino dei musei, Eur Spa punta a giocarsi la carta dell'Unesco

Il patrimonio dell'Eur sarà venduto ma dovrebbe restare in mano al pubblico. Intanto il Presidente di Eur Spa annuncia una mossa a sorpresa: "Chiedero al Cda di autorizzarmi a chiedere all'Unesco di certificarne l'unicità"

L'Archivio centrale dello Stato, il museo Pigorini, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari e il Museo dell'Alto Medioevo, potrebbero restare nel "perimetro pubblico". E proprio al cosiddetto perimetro pubblico, che hanno fatto di recente riferimento le parole del Presidente di Eur Spa e dell'Assessore all'Urbanistica Caudo.

IL PERIMETRO PUBBLICO - Si sta lavorando quindi perchè i citati musei, siano alienati a soggetti privati. C'è una pista che porta al fondo Invimit del Ministero dell'Economia e delle Finanze, azionista di maggioranza di Eur Spa. E poi c'è "l'ipotesi sul tavolo" di una cessione all'Inps. Tavolo che però non risulta sia ancora stato convocato. A scanso di equivoci " la cosa importante – ha ribadito il Presidente Borghini - e' che si mantenga la vocazione degli immobili che cederemo, che devono rimanere nell'ambito del perimetro pubblico".

LA CARTA DELL' UNESCO - C'è poi un'altra notizia che è stata annunciata dal numero uno di Eur Spa. Una mossa a sorpresa le cui conseguenze sono tutte da verificare. "Voglio chiedere al Consiglio d'Amministrazione l'autorizzazione a richiedere all'Unesco di certificare l'unicità di tutto il patrimonio dell'Eur". Intanto, in piazza cresce la protesta di quanti continuano a temerne la svendita. "Per le ore 18 – annunciano alcuni attivisti di Fratelli d'Italia – sarà organizzato un banchetto di raccolta firme in viale Europa, angolo via Pasteur". Perchè,  come annunciato da alcuni volantini, firmati anche da Gioventù Nazionale "La nostra identità non è in vendita!".

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