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Museo della Civiltà Romana chiuso: "Sì alla riapertura, ma prima va messo in sicurezza"

Il Museo della Civiltà Romana è stato chiuso a seguito di un esposto inviato all'Ispettorato del Lavoro. Serenetta Monti (USI): "L'ho fatto io quell'esposto. Capisco le ragioni dei cittadini che vogliono riaprirlo, ma prima garantiamone la sicurezza"

Dal 31 gennaio del 2014 il Museo della Civiltà Romana ed il Planeatario sono chiusi al pubblico “in previsione di lavori di riqualificazione dell’edificio per l’adeguamento alle normative”. Una motivazione lapidaria, che non rende giustizia al desiderio dei tanti cittadini che ne rivendicano l’apertura.

L'ADEGUAMENTO ALLE NORMATIVE - “Sono stata io a sollevare la questione della sicurezza, presentando un esposto all’Ispettorato al Lavoro nel maggio del 2013 –   annuncia Serenetta Monti, sindacalista USI. C'era un problema causato dall’assenza di climatizzazione. I colleghi, soprattutto quelli impiegati nel settore conservazione, d’inverno dovevano lavorare in una struttura freddissima. A questo si sommava  la presenza dell’unica uscita di sicurezza, difficilmente accessibile, che dava su un baratro. Io ovviamente questi problemi li ho segnalati al management ed al responsabile sicurezza dell’azienda. Ho fatto delle osservazioni puntuali ed ho suggerito anche dei correttivi. Quando ho visto che non sono arrivati e che nessuno rispondeva, ho inoltrato l’esposto”.

LE ASPETTATIVE DISATTESE - L’adeguamento alle normative sulla sicurezza, non è però mai avvenuto. “Il Sindaco Marino e l’allora Assessore Barca hanno subito individuato dei fondi – ricorda Serenetta Monti – tuttavia è stato fatto un avviso pubblico che non ha sortito gli effetti sperati. Ricordo anche delle interrogazioni da parte della Consigliera Belviso. Lì  – osserva la sindacalista di USI – c’ è un polo museale molto apprezzato, soprattutto il Planetario”. Gli accessi parlavano chiaro: solo nel 2013 sono stati  103mila, per un incasso stimato intorno ai 600 mila euro.  Il successo del polo museale s’interrompe  dopo i due sopralluoghi dell’ispettorato del Lavoro. Il primo avviene nell’ ottobre del 2013, l’ultimo il 22 gennaio del 2014. Una settimana dopo arriva la chiusura a cui segue un bando di gara che è stato oggetto di numerosi ricorsi.

LA NUOVA GIUNTA - Sul sito del Museo, il 13 gennaio 2016, appare un’integrazione al primo laconico avviso : “Sono in atto le procedure per la firma del contratto della ditta affidataria del primo lotto di lavori. Dal momento dell'effettivo inizio lavori, sarà possibile comunicare al gentile Pubblico il cronoprogramma degli stessi e la data presumibile di riapertura”. Da allora la Capitale è passata dalle mani di un Commissario, a quelle della Giunta Raggi. "L'assessore alla Cultura Bergamo aveva promesso la riapertura in tempi brevi. Ma a distanza di sei mesi da questa dichiarazione è tutto ancora terribilmente fermo - osserva Marco Cacciotti, già Presidente del Consiglio Municipale - Dagli atti non risulta essere stato firmato il contratto con la ditta vincitrice della gara per i lavori,  e quindi nessun cantiere all'orizzonte. Peranto è stato disatteso anche l'ultimo cronoprogramma stilato dalla Sovrintendenza che prevedeva per Settembre 2016 l'inizio dei lavori".  Si resta quindi fermi "alle procedure per la firma del contratto della ditta affidataria". Ed i cancelli restano chiusi, tra le proteste dei romani. “E’ comprensibile la richiesta dei cittadini che vorrebbero fosse riaperto il museo – riconosce Serenetta Monti – tuttavia bisogna prima provvedere a metterlo in sicurezza. Purtroppo –conclude la sindacalista – in questi due anni purtroppo non è stato fatto”.

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