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Giornata internazionale dei diritti per le persone disabili. Nel Municipio IX niente festeggiamenti

I pochi risultati conseguiti nel campo dei diritti per le persone con disabilità, non soddisfano la Consulta del IX Municipio: "Per noi purtroppo oggi non c'è niente da festeggiare. Non si sono voluti affrontare gli aspetti più critici"

Nel Municipio IX  il 3 dicembre è trascorso come qualsiasi altra giornata. A livello internazionale ricorre un appuntamento importante, con il quale si ricorda l'importanza di attribuire diritti alle persone con disabilità. A livello territoriale però questi diritti latitano nonostante l'impegno di alcune realtà locali.

I RISULTATI OTTENUTI - "Io non ho festeggiato – annuncia  Luciana Gennari Presidente della Consulta della Disabilità nel IX – perchè in questo Municipio non è stato fatto quasi nulla. In positivo riconosco che ci hanno assegnato la stanza in viale Silone, poi hanno messo un nostro banner sul sito del Municipio ed infine hanno avviato i tavoli per il Trust. Però poi  tutte le altre richieste delle famiglie sono state disattese".

LE MAGGIORI CRITICITA' - L'elenco delle cose che restano da fare è considerevole. "Non c'è stata la volontà politica di andare incontro alle criticità più importanti. A Vitinia, la struttura che ospitava i ragazzi è chiusa da giugno. Il progetto della Fattoria sociale non è stato capito. L'assistanza domiciliare ancora non copre tutte le situazioni di disagio, poichè c'è una lista d'attesa ancora molto consistente – ricorda Gennari – le barriere architettoniche non sono state abbattute, nei parchi avevamo chiesto giochi per i bambini con disabilità, perchè potessere avere anche loro momenti di svago. E nemmeno quello è stata fatto. Dunque mi chiedo, come posso festeggiare in questo municipio?"

IL DOPO DI NOI - Ci sono  però delle progettualità ancora in cantiere. "Si sta lavorando per fare un protocollo d'intesa con le società più importanti del territorio, in modo da avviare degli stage per i giovani con disabilità. Ne abbiamo da poco parlato con il Presidente Santoro – ci ricorda la signora Gennari – e poi c'è l'ipotesi, o meglio la nostra proposta, di riaprire la struttura di Vitinia. Lì si lavorava sull'autonomia  e sul sistema di relazione dei ragazzi. Veniva cioè dato a 6/8 persone per volta, a ciascuno per una settimana, la possibilità di sperimentare percorsi lontano dalle loro famiglie. E' propedeutico per il dopo di noi". Un aspetto che angoscia i genitori delle persone con disabilità, è  infatti quello di non sapere cosa accadrà quando papà e mamma non ci saranno più. Cosa ci sarà appunto "dopo di noi". "Quella struttura di Vitinia rischia di degradarsi o peggio ancora d'essere occupata – ricorda Gennari – per questo abbiamo proposto sia utilizzata almeno per fare dei laboratori". La richiesta è relativamente recente. Difficile dunque che possa essere accolta prima della fine dell'anno.

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