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Eur, cantieri infiniti: il Municipio minaccia il ricorso alla Corte dei Conti

Il Presidente del Municipio invita il numero uno di Eur Spa a rassegnare le dimissioni e per opere come il Luneur e l'Acquario minaccia di ricorrere alla Corte dei Conti. I vertici dell'Acquario replicano: "Siamo sempre stati trasparenti"

Troppi cantieri aperti nel Pentagono. Non si tratta di una novità, perché il problema si trascina ormai da molti anni. Tuttavia, a ridosso della scadenza per presentare i piani di ristrutturazione di Eur Spa, si registra una dura presa di posizione del Municipio IX. Non si tratta della prima, ma è sicuramente la più decisa.

I CANTIERI INFINITI - Il Presidente Santoro ha annunciato “un corposo dossier sugli sprechi milionari legati alle opere incompiute come il Luneur o l’acquario di Roma”. Più nel dettaglio, ha poi spiegato che sta “raccogliendo, insieme all’ assessore Testa, tutta la documentazione necessaria a presentare un esposto alla Corte dei Conti perché, se pure si tratta di interventi privati che dunque non comportano l’impiego di risorse pubbliche,  i cantieri infiniti sottraggono spazio alla fruizione dei cittadini e quindi c’è un danno per la collettività”.

LA RICHIESTA DI DIMISSIONI - Per quanto riguarda la gestione di Eur Spa, in passato definita “scriteriata”,  Santoro ha ricordato che “mancano meno di due settimane al 24 aprile, data di scadenza dei termini per la presentazione dei piani di ristrutturazione che consentiranno al presidente Borghini di scongiurare il fallimento di Eur spa”. Dopo una lunga riflessione sul destino dei lavoratori dell’azienda, cui nella nota viene rivolta la propria solidarietà, il Minisindaco è tornato all’attacco. “ Chi ha ridotto una società ed un intero quartiere come l'Eur in questo stato, con i cantieri infiniti, i musei in vendita e i lavoratori prossimi al licenziamento, dovrebbe riconsegnare immediatamente le chiavi di via Ciro il Grande”. Il messaggio, non è sembrato particolarmente criptato.

LA REPLICA DELL'ACQUARIO - Intanto, si è registrata l’immediata reazione dell’Acquario di Roma –Expo  i cui vertici, in una nota, hanno voluto replicare al comunicato di Santoro. “Parlare di sprechi milionari  e tirare in ballo la Corte dei Conti e poi elencare tutti i cantieri dell’Eur, tra cui l’Acquario di Roma, è inesatto e inappropriato, non si può e non si deve fare di tutta l’erba un fascio”. Fatta questa premessa, si ricorda poi che  “la Corte dei Conti si occupa prevalentemente di chi gestisce e amministra i fondi pubblici e di danni erariali, occorre sottolineare due aspetti: il primo è che l’Acquario di Roma, anche se opera di rilevante interesse sociale e culturale, è interamente finanziata da privati per l’importo di 90 milioni di euro”.

I RITARDI IN CIFRE - C’è un altro aspetto che i vertici dell’azienda hanno sottolineato: il ritardo dei lavori costa all'Acquario di Roma l'erogazione a favore dell’EurSpa  la cifra di 2milioni e 380 mila euro per il solo differimento di apertura rispetto all’originaria data. Cifra da maggiorare del 6,5% annuo a titolo di interesse. Inoltre - prosegue la nota - all’apertura dell’Acquario, e fino al 2039, lo stesso pagherà ad EurSpa il 5% del fatturato. Questi importi – viene sottolineato nella nota - sono stati approvati nel piano finanziario dagli Istituti di Credito ed omologati definitivamente dal Tribunale di Roma , come certificato dalla Corte di Appello venerdì 10 aprile. Il ritardo, dovuto alle leggi sopravvenute a lavori in corso, ha già fatto perdere all’Acquario incassi notevoli, anni di concessione e obbliga l'Acquario di Roma a pagare a EurSpa l’importo di 2milioni e 380 mila euro". Viene inoltre ricordato il fatto che l’Acquario, scaduta la concessione, diverrà proprietà del Comune di Roma. In merito al danno per la collettività, cui Santoro faceva riferimento, nella replica si sottolinea come  “Con la cittadinanza e i comitati di quartiere abbiamo sempre avuto un rapporto diretto e trasparente e il nostro obiettivo è quello di terminare i lavori e consegnare a Roma il primo Acquario”.

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