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Scuole ai privati, Usb indignata replica all'ex delegato all'Istruzione Sebastiani

L'unione sindacale di base non ha apprezzato le dichiarazioni dell'ex delegato all'Istruzione Vittorio Sebastiani e la "sua sbandierata soddisfazione di favorire i privati".

Non ci stanno a vedere il servizio scolastico nelle mani dei privati. Soprattutto quando esiste un pari servizio completamente pubblico. Sono i rappresentanti dell’Unione sindacale di base Pubblico impiego, Silvia Salvatori, Gennaro De Crescenzo e Flavio Zeppa che replicano all’ex delegato all’Istruzione Vittorio Sebastiani contestando la sua “sbandierata soddisfazione di favorire i privati per rispondere alle esigenze sociali, per creare nuovi posti di lavoro e per la necessità di contenimento della spesa pubblica”.

E rispondono spiegando le loro motivazioni, “a cominciare – sottolineano dalla netta contrarietà sindacale alla proliferazione delle scuole private a discapito di quelle pubbliche proprio per la tutela delle esigenze sociali e dei genitori”. Ma non è tutto: “Per aprire una nuova scuola Materna privata in via Veneto è stato spostato l’Asilo Nido comunale presso i locali in Via Bastianelli (San Francesco di Paola) dove tra l’altro era previsto e pronto ad essere aperto l’Asilo Nido Interaziendale Comune-Asl già finanziato e richiesto fortemente dalla USB negli anni scorsi. Per incanto ora sparisce l’Asilo Nido pubblico Interaziendale, si trasferisce l’Asilo Nido pubblico di Via  Veneto per fare posto alla nuova Scuola Materna Privata con ulteriore esborso di soldi pubblici per il ripristino dei locali di Via Bastianelli; un percorso veramente Arbitrario”.

E ancora: “per quanto riguarda poi il trasferimento dell’Asilo Nido di Via Veneto nei nuovi locali di Via Bastianelli vorremmo sapere dai Dirigenti interessati se esistono tutte le condizioni di agibilità, sicurezza e salute nel plesso interessato e tutta la relativa documentazione così come previsto dal Decreto Legislativo 81/2008”. E si chiedono se il “repentino trasferimento dell’asilo nido comunale non sia finalizzato all’applicazione della Legge Polverini, definita Legge Pollaio. Cioè: riduzione degli spazi per i bambini e aumento del numero dei bambini stessi per le educatrici”. Legge rigettata dall’organizzazione sindacale in quanto “penalizza bambini, utenza ed educatrici lavoratrici del settore”.

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