Civitavecchia. Tidei: "A proposito della mia presunta improduttività e della produttività di un certo giornalismo"

Comprendo che siamo in campagna elettorale, comprendo che la neutralità dell’informazione è una favola, comprendo che in Italia lo stile giornalistico anglosassone non ha attecchito, ma procurarsi scivoloni così marcati come quello di tacciarmi di improduttività nel mio lavoro politico-parlamentare davvero non è degno del gruppo editoriale più importante di Civitavecchia.  E allora ecco che tocca a me fare il giornalista e informare correttamente l’opinione pubblica.

Come fatto notare con titolo di grande effetto in termini di produttività il sottoscritto si colloca al 441° posto su 630 deputati. Graduatoria (stilata dall’associazione Openpolis) che ricorda la i polli di Trilussa: qualcuno mangia due polli, qualcun altro no, ma in media hanno mangiato un pollo a testa. Il che significa molto semplicemente che presentare dei numeri nudi e crudi non significa niente perché i numeri vanno interpretati in quanto la realtà è molto più complessa dei dati statistici. E il dovere di un buon giornalista è proprio quello di raccontare la realtà per intero.

Per quanto mi riguarda la realtà per intero dice questo. Intanto, la stragrande maggioranza dei parlamentari non proviene dal Lazio. Dunque rimane a Roma per gran parte della settimana, lontano dal proprio territorio, e pertanto risulta maggiormente presente a Montecitorio. Il sottoscritto invece ha la fortuna di risiedere a Civitavecchia e dunque è impegnato nell’attività politica locale come la stessa testata che tenta di mettermi in cattiva luce può testimoniare in virtù delle centinaia di interventi che portano al mia firma e che ha pubblicato.

In secondo luogo, sono segretario della Lega delle Autonomie del Lazio. Incarico che mi porta a partecipare a numerosi incontri con gli amministratori locali alle prese con i drammatici tagli imposti dal Governo. Così come il fatto di essere un componente della Commissione Giustizia alla Camera mi porta a visitare carceri in tutt’Italia per incontrare detenuti, personale di custodia, dirigenti degli istituiti di pena per affrontare la drammatica situazione carceraria italiana che tutti conosciamo. Debbo dire con sincerità che talvolta preferisco queste attività ai lavori parlamentari perché ormai Berlusconi ha ridotto il parlamento a un votificio il più delle volte su argomenti del tutto secondari. E comunque, nonostante il dibattito politico in Parlamento sia ormai ridotto a un lumicino per precisa volontà della maggioranza, ho partecipato all’80% delle sedute.

Vorrei infine far notare tre cose al giornalista distratto. Primo. Preferisco essere il primo firmatario delle proposte di Legge che presento anziché cofirmatario. Se questa scelta non mi facilita nella graduatoria quantitativa di Openpolis chiunque può visitare il sito Web della Camera e visionare la qualità (e anche il cospicuo numero) delle proposte di Legge da me presentate. Così come si possono leggere le mie innumerevoli interpellanze. Secondo. Proprio perché i numeri vanno interpretati il giornalista distratto dovrebbe sapere che gli Atti della minoranza non sono approvati dalla maggioranza e non entrano nel conto della graduatoria di Openpolis. Se davvero io fossi improduttivo che dire di numerosi big della politica nazionale che risultano ancora più in basso di me nella classifica? Parliamo di Veltroni, Alfano, Bersani ecc. Parliamo insomma dei protagonisti della vita politica italiana. Sono più improduttivi di me?

Ma finiamola qui. Non c’è bisogno di essere giornalisti professionisti per sapere che per alcuni lettori ciò che più rimane impresso di un articolo è il titolo. E’ un vecchio trucco. Può darsi che funzioni ancora. Ma non tutti ci cascano. Per quanto mi riguarda confido nell’intelligenza dell’opinione pubblica. E’ più produttiva di qualche frettoloso giornalista.

 

Pietro Tidei