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Tidei ai dipendenti di Città Pulita: "La situazione è insopportabile ma cercheremo di salvare tutti"

Il primo cittadino ha incontrato i dipendenti della municipalizzata del comune. Illustrata la situazione economico-finanziaria.

“Tutta colpa di una malagestione”. Potrebbe essere questa la sintesi dell’incontro di oggi tra il sindaco Pietro Tidei e i dipendenti di Città Pulita a cui il primo cittadino ha illustrato la situazione economico-finanziaria. Un buco di 25,4 milioni di euro. A cui vanno a sommarsi i 450 mila euro di contributi evasi ieri e l’impossibilità dei dirigenti di pagare i regressi entro il 30 giugno, come concordato inizialmente.


Tanti gli ingredienti che hanno contribuito a rendere insopportabile la situazione: troppi giorni di malattia (“su 100 giorni qualcuno ha lavorato solo 20 giorni”), niente visite fiscali per controllare il reale stato di salute di chi non si presentava a lavoro, scatti di livello occupazionale (in pochissimo qualche dipendente assunto al terzo livello è passato al settimo, altri ancora addirittura sono stati promossi con contratti quadro), numero eccessivo di preposti, per non parlare dei dirigenti troppo pagati o dal numero ingente di straordinari effettuati o ancora dai salari variabili e da quanti “non lavorano”.
“Cercheremo di salvare il salvabile”, ha detto il Sindaco che ha anche annunciato di voler contestare i bilanci presentati in quanto “truccati”. Motivo per cui li consegnerà alla Procura della Repubblica e ai Revisori dei Conti.
 

Durante l’assemblea il primo cittadino non ha mancato di illustrare la ricetta che dovrebbe portare alla salvezza: intraprendere azioni di responsabilità, riorganizzare l’inquadramento stipendiale, avviare entro ottobre la raccolta differenziata (di cui si occuperanno alcuni dei dipendenti di Città Pulita), chiedere in gestione il Bosco Enel per quanto riguarda il servizio di manutenzione, riportare in house i servizi ad oggi appaltati, disdire i contratti di affitto delle sedi attualmente utilizzati dalle Sot e della Holding, chiedere alla Regione Lazio se possibile avviare la cassa integrazione per alcuni dipendenti, con l’impegno sottoscritto con le organizzazioni sindacali, di reinserire il personale dopo un anno. E se ciò non fosse possibile attivare dei contratti di solidarietà. Punto però che non ha trovato il consenso dei dipendenti, non disposti a pagare ancora per chi non lavora. Un’ipotesi da non scartare sarebbe anche il prepensionamento.
 

Un piano, quello del Sindaco, che potrebbe funzionare. Ma se ciò non dovesse essere, è pronto già il piano B. La vendita del 40% delle quote di Hcs che dovrebbe portare in cassa circa un milione di euro in contanti. “Ci sarebbe però da vedere chi si accollerà quei 25 milioni mancanti”.
E se anche il piano B non dovesse funzionare è pronto anche il piano C: la vendita del 100% della Holding. Ipotesi però che dovrà essere valutata anche dalle organizzazioni sindacali.


“Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione – ha concluso il primo cittadino – da oggi tutti dovrete adempire ai vostri compiti e lavorare. Dal canto mio, procederò ad avviare dei controlli grazie all’ausilio di una squadra di vigilanza. Chi non lavora va a casa. Per quanto riguarda poi i creditori, chiederò loro altro tempo. E contestualmente li inviterò a non interrompere la fornitura di gasolio, olio idraulico e tutto il materiale necessario per non interrompere i servizi”.

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