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Decimo consigliere, il Tar respinge il ricorso dell'opposizione

Si attende di conoscere le motivazioni della sentenza prima di decidere se fare o meno appello al Consiglio di Stato

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato dall'opposizione per il decimo consigliere.

"In attesa di conoscere (entro 10 giorni) le motivazioni della sentenza, e quindi decidere se fare o meno appello al Consiglio di Stato fino da ora si può dire che se come sembra (sia da alcuni "rumors" che dal contenuto stesso del dispositivo, nel quale non vi è una condanna alle spese, come invece avviene nella maggior parte dei casi quando c'è una parte soccombente) il Tar praticamente - spiega l'avvocato Leonardo Roscioni - non è proprio entrato nel merito della nostra richiesta di assegnazione del decimo seggio a quello o all'altro partito dell'opposizione, stabilendo che la corretta ripartizione dei seggi rimane 15 a 9 per la maggioranza, allora vi sono inevitabilmente da fare alcune considerazioni".

E il legale ricorda come la nuova "legge che ridotto il numero dei consiglieri a 24 è eccessivamente lacunosa e presta troppo il fianco alle diverse interpretazioni, rischiando di creare disparità plateali". Se infatti "dapprima il Consiglio di Stato di marzo 2012 aveva stabilito l'arrotondamento corretto dei 14,4 seggi corrispondenti al 60% spettante alla maggioranza andava arrotondato a 15 (interpretazione quindi fatta propria dalla Commissione elettorale delle ultime amministrative a Civitavecchia) poi un'altra pronuncia del Consiglio di Stato del maggio 2012 (proprio quella in base alla quale avevamo presentato il ricorso al Tar) aveva invece stabilito che doveva arrotondarsi per difetto a 14, e poi successivamente il Tar del Lazio/Latina a luglio di quest’anno (e poi, sembra, in questo nostro ultimo caso) ha ristabilito il 15-9, mentre però in questi ultimissimi mesi ancora il Tar dell’Abruzzo si è pronunciato per il 14-10….beh, allora appare evidente che dovrà essere chiarito una volta per tutte, con un’apposita legge ovvero con un parere interpretativo definitivo da parte del Consiglio di Stato, qual è l’interpretazione corretta ed uguale per tutti… !".

E ancora: "Non possono infatti aversi (così com’è oggi) dei Comuni con maggioranze di 15-9 ed altri di 14-10, a seconda dell’opinione (sempre rispettabile) di questo o quel magistrato….E ciò ovviamente a prescindere da quali siano le forze che in quel momento si avvantaggiano dell’interpretazione, oggi qui può essere il PD, domani magari nella prossima tornata il PDL, non è certo questo il problema. Oltre al fatto che anche le persone coinvolte, sia “in entrata” che “in uscita” nei seggi (e questo era un mio grande cruccio personale) possono essere a disagio nel non conoscere con certezza e da subito quale sarà il loro destino ed il loro ruolo, per colpa di una legge non chiara, e questo non è giusto. Già la politica, di questi tempi, non viene vista (giustamente) di buon occhio : questi pasticci certamente non contribuiscono a migliorare le cose.  Si attende cortesemente chiarezza, da legali, da “praticanti” della politica, ma anche da semplici cittadini. Ci sembra una battaglia di civiltà, prima ancora che politica. Francamente non riteniamo di chiedere troppo…."

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