Piattaforma logistica Italia, l'assessore Galletta: "No alla sua realizzazione in zona Frasca"
L'Assessore boccia il progetto presentato durante la "2 Giorni del Mediterraneo" secondo il quale la Pineta "scomparirebbe". È intanto partita la pulizia della pineta a opera di Enel
Sono iniziate venerdì mattina le operazioni di pulizia straordinaria della costa e della pineta della Frasca sotto lo sguardo attento dell’assessore all’Ambiente Roberta Galletta che ha dato indicazione agli uomini delle squadre Enel su come e dove intervenire.
Fino a venerdì prossimo saranno bonificate tutte le aree infestate di rifiuti e erbacce, mentre particolare attenzione sarà dedicata ai piccoli fossi presenti nella zona che saranno bonificati così da evitare pericolosi allagamenti della pineta.
"Visto che mi sono occupata insieme ad altre associazioni ambientaliste della tutela della costa e della pineta della Frasca come presidente dell'associazione ambientalista Italia Nostra oggi in qualità di assessore all'Ambiente ritengo opportuno e giusto chiedere all’azienda energetica anche per quest'anno questa necessaria opera di pulizia. Ho chiesto anche l’ampliamento dell’area dove sostano i camperisti, che sono stati confinati in un vero e proprio recinto e per questo ringrazio pubblicamente l’Enel per la sua disponibilità".
E l'Assessore interviene anche sul progetto presentato durante la "2 Giorni del Mediterraneo" in cui si illustrava la realizzazione della Piattaforma logistica Italia. Piattaforma che cadendo proprio sul territorio della Frasca, ne segnerebbe "la morte". "È necessario essere attenti e vigili perché il pericolo di vedere cementificato l’ultimo tratto di costa è tutt’altro che scongiurato. Non basta infatti cambiare il nome al Terminal Asia per cancellarlo dai progetti scellerati che insistono ormai dal 2006 sul nostra territorio. Che si chiami Cassa di colmata (2006), Terminal Asia, Cina (2007-2009) o Piattaforma Logistica Italia,(2010) il progetto di mortificare e soprattutto consumare il nostro territorio è ancora in atto ma la sostanza non cambia, visto che abbiamo di fronte la cementificazione di un chilometro e mezzo di cemento, che cancellerebbe la costa già da tempo protetta da vincoli paesaggistici, archeologici e ambientali, come il SIC, sito di interesse comunitario relativo proprio allo specchio acqueo dove dovrebbe essere realizzato il terminal container. Il porto, che già si è allargato e cresciuto molto, deve finire alla centrale di Torre Valdaliga Nord, dove tra le altre cose il Piano Regolatore Portuale prevede la ottima realizzazione della Darsena Energetica e Grandi Masse, una parte della quale destinata proprio al traffico container. Il territorio di Civitavecchia è già stato consumato, oltre si rischia la sopravvivenza. Nostra e dei nostri figli".