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Centrale Enel, No Coke al fianco del sindaco Tidei

Il movimento chiede alla maggioranza di non limitarsi "a meri comunicati quanto piuttosto adotti comportamenti conseguenti come svolgere un ruolo di primo piano nel rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale"

 

La centrale Enel di Civitavecchia sta spaccando l'opinione pubblica a metà. C'è' chi la vuole ma con il rispetto delle regole e soprattutto delle prescrizioni. C'è chi la vorrebbe vedere chiusa. A partire dal sindaco Pietro Tidei che trova il sostegno anche del movimento No Coke dell'Alto Lazio.
 
"Le tante criticità poste in evidenza - spiega il movimento - ricalcano le denunce da noi effettuate in questi anni, a mezzo stampa e nelle sedi competenti,  e cadute, è il caso di evidenziarlo (anche per ricordarlo a chi di corta memoria), nel silenzio assordante della quasi totalità delle forze politiche e nel complice negazionismo della precedente Amministrazione. Dalle irregolarità più volte riscontrate, anche dagli stessi Noe, nella gestione del materiale pulverulento, alle terre di dragaggio accumulate, in violazione della Valutazione d’impatto ambientale, nelle aree destinate alla realizzazione del Parco dei Serbatoi, tanto da configurarsi come discarica abusiva, denunciate con apposito esposto alla Procura della Repubblica nel Marzo 2011, alla pericolosità delle ceneri e al loro stoccaggio all’aria aperta denunciate nel novembre 2009 sino ai gravi danni alla salute denunciati, per ultimo, ed in due diversi studi, da Greenpeace e dal Centro epidemiologico regionale (ASL RME) e pubblicati, quest’ultimi, dall’Osservatorio Ambientale Regionale. Se a ciò - proseguono nella nota - aggiungiamo che l’Enel sta immettendo, oltre alle migliaia di tonnellate di ossidi di azoto di zolfo e di polveri, ben 24 t/a di metalli pesanti e, in deroga ai limiti emissivi previsti nei documenti europei di riferimento, oltre il doppio del monossido di carbonio consentito; e consideriamo che la mancata ottemperanza delle prescrizioni VIA è condizione non solo alla costruzione ma allo stesso esercizio della centrale, appare evidente che vi sono tutte le condizioni affinché il Primo cittadino, avvalendosi dei poteri conferitegli dal Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, possa arrivare, al fine di tutelare la salute della popolazione amministrata, a provvedimenti estremi. In questo ci troverebbe, senz’altro al suo fianco, cosi come ci troverebbe fieri oppositori qualora, a fronte della presa d’atto delle tante irregolarità, si scegliesse la strada della monetizzazione della salute".
 
E dopo le esternazioni del primo cittadino durante la conferenza dei sindaci della Asl Roma F, il movimento No Coke dell'Alto Lazio si aspetta che "la maggioranza al governo della città  non si limiti a meri comunicati, a volte nemmeno troppo esatti, quanto piuttosto adotti comportamenti conseguenti come svolgere un ruolo di primo piano nel rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) attualmente in itinere, chiedendo, peraltro, la desecretazione dei dati tenuti nascosti alla popolazione nell’ambito del procedimento; sciolga quel carrozzone definito Consorzio per la gestione dell’osservatorio ambientale e nomini un suo rappresentante in seno all’Osservatorio Ambientale Regionale, avvii finalmente autonome misurazioni al camino come previsto dalla convenzione del 2003 e, perchè no, si faccia promotore di una Valutazione d’impatto sulla Salute (VIS). In tale contesto non altro se non misera e inammissibile può essere definita la posizione di coloro, come il sindaco di Allumiere, che dopo aver svenduto la salute delle popolazioni amministrate per quattro denari e nonostante in questi anni siano stati amministratori in carica, si sono ben guardati dall’esprimere qualsivoglia giudizio sulle tante inottemperanze dell’ente energetico, tranne oggi tornare a proferire parola nella speranza di potere, anche in questo caso, raccogliere qualche briciola".
 
Rivolgendosi infine a infine all’ex primo cittadino e ai suoi accoliti il movmento No Coke dell'Alto Lazio consiglia "di avere la compiacenza di tacere per l’indecoroso sostegno alle posizioni ENEL tenuto in questi anni, sia contrapponendosi a quanto richiesto dagli stessi Ministeri, vedi il caso del rinnovo dell’AIA, sia, addirittura, evitando di agire e di costituirsi con il comune parte civile quando l’ENEL è stato colto con le mani nel sacco, vedi il caso dell’interramento dei rifiuti. Da loro non ci aspettiamo buon senso, ma almeno che tacciano per rispetto dei tanti che, anni di inquinamento più o meno legale  e di silenzio complice, hanno pagato e stanno pagando sulla propria pelle".
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