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Civitavecchia

Impronte: “Collaborazione con il comune di Civitavecchia a rischio”

"Evidentemente, i numeri non bastano"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

Il bilancio dell'opera svolta a Civitavecchia dall'Ass.ne Impronte nel primo semestre 2014 parla di c.a. 110 recuperi, c.a. 65 randagi di cui 57 adottati, oltre 40 padronali riconsegnati al proprietario, c.a. 1400 giorni di custodia gratuita, c.a. 9000 € di denaro pubblico risparmiati.

Ma, evidentemente, i numeri non bastano.

La collaborazione gratuita con il Comune, in essere da oltre un anno, che autorizza Impronte alla custodia temporanea dei cani recuperati fino alla disposizione da parte della ASL di trasferimento presso struttura autorizzata, integrata da una riunione indetta il 12 Novembre 2013 dall'Uff. Ambiente del Comune di Civitavecchia alla presenza di ASL Veterinaria, Polizia Municipale, Ass.re all'Ambiente, Delegata alla Tutela Animali, Associazioni Impronte e Leal, dove, senza verbalizzare nulla, si era stabilita una custodia di gg 15, divenuta poi continuativa negli oltre quattro mesi in cui, ad inizio 2014, il canile convenzionato non ha potuto accogliere ospiti a causa di un'epidemia di cimurro, ad emergenza terminata, di colpo si riduce ai minimi termini.

Le attuali disposizioni sono di trasferire immediatamente il cane recuperato presso la struttura autorizzata, cosa che, pur essendo fedele ad una interpretazione rigida della Legge, rende più più difficoltoso rintracciare un eventuale proprietario, complica l'iter delle adozioni e comporta una spesa maggiore di denaro pubblico.

E' storia attuale, nonostante l'esistenza di un potenziale adottante, il trasferimento di tre cani, che non saranno adottabili per oltre 30 giorni dal momento del ricovero, periodo minimo necessario ad effettuare i trattamenti sanitari previsti dalla Legge, trattamenti che, previo consenso informato e con un'interpretazione più elastica della Normativa, avrebbero potuto essere effettuati, sotto la responsabilità dell'adottante e senza alcun onere per lo stesso, cosa che avrebbe permesso agli animali di trovare subito una famiglia e ai cittadini e il risparmio delle spese necessarie al trasferimento e ai giorni di ricovero.

E' infatti vero che, ai sensi della L.R. 34/97, dal momento del ricovero nel canile sanitario il cane non è adottabile, tranne diversa disposizione del Direttore Sanitario della struttura, fino al termine degli interventi sanitari previsti dalla Legge; ma è altrettanto vero che, almeno per quanto ci risulta, non è scritto da nessuna parte che il cane debba essere obbligatoriamente trasferito e ricoverato anche in caso dell'esistenza di un potenziale adottante e/o custode.

Se quanto sopra, da noi dedotto da profani e quindi tutto da verificare, corrispondesse a realtà, saremmo di fronte ad un "vuoto normativo" e, siccome tutto quello che non è espressamente vietato dalla Legge è consentito, la gestione immediata dei cani vaganti recuperati sul territorio lascerebbe ampi spazi di manovra interpretativa.

Tra l'altro, per analogia, visto che l'art. 86 del Regolamento di Polizia Veterinaria consente la custodia fiduciaria dell'animale "morsicatore" al proprietario e/o detentore per un periodo di 10 gg, tempo necessario a scongiurare il sospetto Rabbia, lo stesso criterio potrebbe essere applicato ai cani vaganti recuperati, sia nei confronti dei volontari di Impronte, che di un potenziale adottante.

Comunque, prendendo atto della realtà, ci teniamo ad informare la cittadinanza, che se qualcuno vedrà rifiutarsi adozioni immediate non sarà per nostra volontà, come non lo saranno eventuali trasferimenti di cani padronali non provvisti di microchip.

Da parte nostra, per quanto ci sarà consentito, rinnoviamo l'impegno nei confronti della tutela degli animali nel rispetto dei cittadini, come è stato finora e come sarà sempre.

Noi non ci arrendiamo…..

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