Hcs, Lungarini: "A rischio gli assetti istituzionali"

Una nuova crisi si potrebbe aprire in maggioranza. Dopo il "caso" Galletta (che alla fine ha portato alla revoca della delega all'Ambiente) ora si apre il "caso" Lungarini e Cacciapuoti che avvertono: "Le conseguenze di un mancato rispetto dei patti potrebbero essere dirompenti sull'intera vicenda e sugli attuali assetti istituzionali che sono ora chiamati alla prova dei fatti". Un monito che arriva dopo aver appreso che ad oggi, nonostante l'atto di indirizzo votato dal Consiglio Comunale, non è stato raggiunto l'accordo con la maggioranza (il 60%) dei creditori della Holding. A mancare all'appello ancora il maggior creditore che, secondo quanto raccontato dal delegato alle partecipate Emiliano Santori, non avrebbe ancora firmato il concordato a causa "dei crediti pregressi ancora da pagare a cui vanno ad aggiungersi anche le spese correnti". Un problema la cui soluzione non va trovata dal delegato alle partecipate "perché non sono né il Sindaco né un Assessore". E senza il raggiungimento del 60% dei creditori che acconsentono alla riduzione del credito del 40%, difficilmente il Tribunale eviterà il fallimento di Hcs. E per Lungarini e Cacciapuoti una cosa è chiara: "Un giorno in più potrebbe essere già troppo tardi, mentre la città e i lavoratori attendono, in fibrillazione, di conoscere la propria sorte". E in tal senso è atteso proprio per domani pomeriggio l'incontro in Regione tra amministrazione, sindacati e assessore al Lavoro della Regione Lazio per cercare di individuare una soluzione diversa dalla vendita dell'80% delle Sot (Città Pulita e Argo). Anche se, in tal senso il sindaco Tidei è stato chiaro: "Andremo in Regione ma so già cosa ci dirà Civita: che la Regione non può prendere in carico la società in quanto non ci sono i soldi".