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Caso Fiorito: si indaga sulle fatture false. Piso smentisce coinvolgimenti

Il coordinatore del Pdl del Lazio Vincenzo Piso: "Io non ho nemmeno una fotocopiatrice. Non posso sorbirmi questa montagna di fango"

Delle fatture create a tavolino grazie all'utilizzo della fotocopiatrice, di un taglierino e del bianchetto. È questa la modalità, per il legale di Battistoni, con cui l'ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio Franco Fiorito lo avrebbe incastrato presentando e inviando, per sua stessa ammissione, all'ex assessore all'Agricoltura Angela Birindelli un dossier di fatture, risultate false, sull'avversario della Birindelli, il capogruppo Pdl Battistoni.

Fatture che secondo quanto raccontato da Fiorito sarebbero state falsificate all'interno dell'ufficio del coordinatore Pdl del Lazio Vincenzo Piso che però avrebbe immediatamente smentito quanto detto dall'ex capogruppo Pdl durante il suo interrogatorio. "Io non ho nemmeno una fotocopiatrice - ha tuonato - non posso sorbirmi questa montagna di fango. Voglio essere sentito dalla magistratura".

Ma non solo, Piso avrebbe smentito anche quanto raccontato da Fiorito su una presunta riunione effettuata il 12 settembre durante la quale secondo Fiorito sarebbe stato analizzato e poi diffuso il dossier sulle spese del gruppo regionale: "Non c'è stata alcuna riunione, ed è documentabile". 

Ora tutta la documentazione al vaglio del pm Massimiliano Siddi, secondo il quale sono state però realizzate in modo grossolano. Come quel 3 mila euro destinato a diventare un 13 mila euro con un segno di penna, un foglio intestato ad una ditta qualsiasi poi lavorato con il bianchetto così da realizzare un collage, alla fine non risultato essere perfetto.

Ma nel dossier non sono presenti solo false fatture. Contenuto anche un presunto tradimento che Battistoni avrebbe commesso, ai danni della consorte, con la sua segretaria durante una trasferta al Salone del Gusto di Torino. E a testimoniare il tentativo ci sarebbe un tagliando dell'agenzia di viaggi Gialtour di Roma, alla quale Battistoni si era rivolto per prenotare il viaggio. Evidentemente per due. In camera, ovviamente, matrimoniale. Storia che il legale e Battistoni hanno potuto smentire presentando agli inquirenti la ricevuta dell'hotel per due camere singole. Ma non solo. Alla fine quel viaggio Battistoni non lo aveva mai effettuato per motivi di lavoro.

E ora si è aperta la caccia alle fatture di Francesco Battistoni da parte della Guardia di Finanza. Sotto setaccio Civita Castellana, Orte, Nepi, Corchiano, Sutri.

 

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