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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dearsenificatore, slitta la realizzazione dell'impianto

Rivisto il progetto approvato dalla Giunta per favorire anche i residenti di Sant'Agostino. Intanto la Cna promuove azioni legali per far ottenere alle imprese artigiane e cooperative il rimborso dei potabilizzatori

Slitta di un mese la realizzazione dell'impianto di dearsenificazione provvisorio per la zona nord della città, costretta a fare i conti dal primo gennario 2013 con i livelli troppo alti di arsenico a causa di quella proroga concessa dall'Unione Europea ormai scaduta. A rallentare le operazioni per l'installazione del dearsenificatore, a quanto pare, problemi per i residenti di Sant'Agostino. "Dopo il protocollo sottoscritto tra Civitavecchia e Tarquinia - ha spiegato l'assessore ai Lavori Pubblici Mirko Mecozzi - si è resa necessaria la realizzazione di un progetto  più ampio che coprisse anche le zone a confine tra i due Comuni". Sant'Agostino per la precisazione. Qui, 50 famiglie, rischierebbero di trovarsi senza alcun impianto di dearsenificazione continuando a vedere l'acqua che sgorga dai propri rubinetti off limits. "Abbiamo rivisto il progetto - ha sottolineato Mecozzi - apportando le modifiche del caso al progetto iniziale". E tranquillizza: "A giorni pubblicheremo il bando per l'affidamento dei lavori".

Intanto, la Cna Viterbo e Civitavecchia e Confcooperative Viterbo hanno avviato azioni legali per far ottenere alle imprese artigiane e cooperative il rimborso dei potabilizzatori, il dimezzamento della bolletta e la restituzione del 50% della stessa dal momento in cui l'acqua è diventata non potabile. Dal primo gennaio 2013 è infatti scaduta la deroga concessa dall'Unione Europea, che stabiliva a 20 microgrammi per litri il limite consentito di arsenico: da allora il nuovo tetto massimo è 10. Le aziende che operano nel settore alimentare (bar, ristoranti, ma anche pasticcerie e panificatori) per continuare a lavorare hanno dovuto dunque installare appositi impianti di dearsenificazione. Per consentire a Cna e Confcooperative di avviare l'azione, occorre consegnare in duplice copia il contratto di fornitura dell'acqua dell'impresa o copia delle fatture degli ultimi cinque anni, eventuali ordinanze o provvedimenti amministrativi specifici (come ordinanze o comunicazioni Asl che obbligano a installare impianti di dearsenificazione) e le fatture delle spese sostenute per l'installazione degli stessi.

"Con i disagi - spiegano Lugia Melaragni e Bruna Rossetti, rispettivamente segretaria Cna e presidente Confcooperative - sono aumentati anche gli adempimenti e i costi. Gli imprenditori stanno pagando un prezzo pesante e insopportabile in tempi di crisi, per responsabilità che appartengono ad altri soggetti. Ad oggi continuano inoltre a mancare certezze rispetto ai tempi per una reale soluzione di una situazione tanto grave".

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