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Costa Concordia, Tidei: "Due miglia in più non possono discriminarci"

Clini: "Il relitto è un rifiuto che, secondo le direttive europee e le convenzioni internazionali, non può essere "portato a spasso" nel Mediterraneo". Tidei: "La Concordia verso un porto che non esiste"

La risposta del ministro Clini agli ambientalisti sulla decisione del Consiglio dei Ministri di trasportare la Costa Concordia al Porto di Piombino sembra chiudere definitivamente le porte a Civitavecchia su un possibile coinvolgimento in queste operazioni. Con la sua risposta infatti Clini, risponde trasversalmente anche al primo cittadino civitavecchiese Pietro Tidei e a quanti in questi giorni si stanno battendo in città affinché la scelta del Ministro venga rivista.

"Il relitto è un rifiuto che, secondo le direttive europee e le convenzioni internazionali, non può essere "portato a spasso" nel Mediterraneo, ma deve essere recapitato nel sito più vicino per essere bonificato e smaltito. Da qui - spiega Clini - l'indicazione del Porto di Piombino, che peraltro sarà idoneo al ricovere e smantellamento del relitto con l'attuazione degli interventi previsti dal piano regolatore portuale già approvato e con l'impiego delle risorse finanziarie già disponibili". Il Ministro Clini inoltre sottolinea come "la protezione del prezioso ambiente marino del Giglio e dell'arcipelago toscano, la rimozione in sicurezza e lo smantellamento del relitto della Concordia siano gli obiettivi che hanno guidato l'iniziativa del Ministro dell'Ambiente sin dalla notte dell'incidente". 

Ma il sindaco di Civitavecchia, Pietro Tidei, non molla. "Due miglia di differenza in più tra il Giglio e Civitavecchia rispetto al percorso Giglio-Piombino non possono rappresentare l'elemento discriminante a favore di Piombino". Concordando infatti con Clini quando afferma che la "prima esigenza da rispettare per la rimozione della Concordia sia quella relativa alla salvaguardia dell'ambiente", Tidei ribadisce come la scelta di Piombino non sia la più adatta. "La nave è appoggiata, incastrata, su uno spuntone di roccia. Quanto reggerà lo spuntone il peso della nave? Quanto resisterà la carcassa della nave ai marosi che ogni giorno la potrebbero disincastrare dallo spuntone? In questo malaugurato caso esisterebbe un grave problema ambientale per i possibili inquinamenti e certo che si aggreverebbero notevolmente tutte le problematiche relative allo smantellamento dello scafo che sarebbe sommerso. Appare evidente quindi - prosegue Tidei - l'urgenza di trascinare la nave fuori dal Giglio e trasportarla al più vicino porto disponibile in grado di ospitarla sino alla sua demolizione. Piombino non è in queste condizioni. Non esistono neppure fondi già stanziati per avviare le procedure di inizio lavori. Sarebbe oltremodo rischioso - aggiunge il primo cittadino - confidare che in pochi mesi a Piombino, si possa realizzare un porto e un canale di accesso con almeno 15 metri di fondale da scavare, oltre a un grande piazzale operativo e altre opere di difesa a mare. Il tutto per almeno 150/200 milioni di spesa che, ripeto, non sono stanziati da nessuna parte. La nave rischierebbe di uscire dal Giglio senza certezza di un prossimo approdo sicuro. Ecco il primo pericolo ambientale che Clini dovrebbe preoccuparsi di evitare. Ci sono situazioni - conclude Tidei - dove la politica deve dare indicazioni assumendosene la responsabilità e altre dove sarebbe meglio lasciare maggiore spazio a scelte operative non campanilistiche che privilegino l'interesse pubblico".

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