Civitavecchia. Sel su De Carolis: "Dopo la visita all'ex caserma ci sorgono alcune domande sulla sua gestione"
Lo scorso 20 settembre la delegazione di Sinistra Ecologia e Libertà si è recata al centro d'accoglienza e ha riscontrato delle situazioni che l'ha portata a riflettere
In occasione dell’iniziativa del 20 settembre scorso denominata “Invertire la rotta verso Tunisi” organizzata da Sinistra Ecologia e Libertà, che ha visto l’intervento del Presidente nazionale di S.E.L Nichi Vendola, una delegazione del partito ha fatto visita all’ex caserma dismessa De Carolis per verificare le condizioni in cui versano i migranti che sono alloggiati al suo interno.
La delegazione era composta da dirigenti di Sinistra Ecologia Libertà nazionale e di Civitavecchia. Arrivati alla De Carolis, immediatamente all’ingresso, veniamo avvicinati da decine di “ospiti” che, vista la delegazione, cercano conforto e vogliono raccontare la loro storia. E il racconto è sempre lo stesso, descrive il disagio che vivono da mesi all’interno di una struttura fatiscente ed inadeguata. Abbiamo sentito le loro ragioni parlando francese e inglese. I migranti spiegano che non hanno vestiti ed è uno dei motivi per cui li cercano nei cassonetti della nostra città ( e non nelle case dei civitavecchiesi come qualcuno vuole fare credere). Il cibo non è buono e le porzioni sono scarse. In questo caso un ragazzo mostra una foto dal suo telefonino delle porzioni giornaliero di cibo. Nella foto si vede un vassoio di piccole dimensioni, simile a quello che si utilizza per il formaggio grattugiato, con un po’ di pasta dentro e un panino. All’interno della caserma vengono erogati dei buoni da 2,50 euro da spendere nello spaccio interno, dove dicono che le risorse sono limitate e solo chi arriva prima riesce a prendere qualcosa.
Lamentano del fatto che gli addetti alla sicurezza non parlano né inglese né francese e molte volte, per l’oggettiva difficoltà di comunicazione, sale la tensione e qualcuno arriva all’uso delle mani.
Poi la delegazione si sposta per verificare le condizioni della struttura. Qualcuno segue il gruppo che ci accompagna, ma c’è anche chi segue i migranti nei loro alloggi e lì tocchiamo con mano tutta la difficoltà in cui sono costretti gli “ospiti”. Nel degrado delle palazzine mancano le porte delle stanze e in sostituzione di esse vengono usate delle coperte e dei teli. Le camerate, visibilmente sovraffollate, sono piene di materassi con reti. Le mura sono piene di crepe e vernice staccata a "penzoloni".
Arrivando dalla parte dei bagni, il degrado aumenta: sanitari maleodoranti con porte rotte, docce inutilizzabili per mancanza sia delle manopole del miscelatore sia delle cipolle da dove fuoriesce l’acqua. Le donne utilizzano le medesime docce e dopo essersi lavate sono costrette a passare in asciugamano fra i molti uomini che ci sono.
Ci spostiamo poi nella mensa dove grandi tavoli sono circondati da mura che cadono a pezzi e finestre ridotte peggio. All’interno ci sono anche bambini piccolissimi.
Ci raccontano della difficoltà e del pericolo che affrontano per raggiungere la città: quando escono sono costretti a camminare per parecchi chilometri rischiando di essere investiti per la pericolosità della strada. Alla fine di questa brevissima e sintetizzata descrizione, ci vengono spontanee alcune domande:
A quale categoria giuridica è ascrivibile l’ex caserma De Carolis?
Se l’ex caserma non è adeguata ad ospitare i migranti dignitosamente, per quale motivo viene utilizzata minando la dignità di uomini, donne e bambini?
Quanto percepisce chi detiene la gestione della De Carolis per far fronte al mantenimento dei migranti e dei loro alloggi?
Perché chi presta servizio operativo e quotidiano all’interno della De Carolis non è in grado di parlare una sola parola di francese e d inglese?
Sono solo alcune iniziali e semplici domande che poniamo ai vari responsabili della struttura.
- Sinistra Ecologia e Libertà -