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Cartellonista a Città Pulita, i sindacati si oppongono

Attacco agli amministatori di palazzo del Pincio anche da parte della Rsa di Città Pulita. Bocciato anche il Referendum consultivo: "L'amministrazione cominci a rispettare gli accordi"

L'amministrazione comunale affida la cartellonista per le elezioni a Città Pulita e le organizzazioni sindacali insorgono. A causare la protesta e, di riflesso anche il veto da parte dei sindacati alla decisione dell'amministrazione, la comunicazione ai 20 lavoratori prescelti e già in opera da questa mattina (senza alcun ordine di servizio) della revoca, per loro della cassa integrazione programmata. Per non parlare poi dell'aggiunta di ore di straordinario.

"A nostro avviso - spiegano Fp Cgil, Uil trasporti e Usb Lazio - tale modus operandi, rischia di rendere inapplicabile l'accordo e non raggiungibile l'obiettivo finale". Una decisione insomma che rischia di "invalidare l'accordo relativo alla cassa integrazione sottoscritto in regione, ed esaspera ulteriormente gli animi del personale di tutte le Sot interessate dall'accordo, poiché sommato al mancato congelamento dei privilegi, lascia adito alla interpretazione di continuità nella mala gestione della cosa pubblica, anche nella gestione del personale, raffigurando l'esclusione della cassa integrazione come un privilegio ulteriore concesso senza trasparenza alcuna".

Motivo per cui i sindacati diffidano l'amministrazione a "proseguire con tale organizzazione unilateralmente e attivare subito, stante l'urgenza, la convocazione di un tavolo di confronto per definire il corretto iter, a tutela dei lavoratori e dell'accordo che li riguarda".

E anche la Rsa di Città Pulita bacchetta l'amministrazione comunale per le decisioni assunte in questi giorni accusandola di voler far saltare l'accordo fatto in Regione con i sindacati "tra l'altro - scrivono - raggiunto dopo innumerevoli concertazioni e con sacrificio da parte dei lavoratori".

Peccato però che per la Rsa ora l'amministrazione non stia "mantenendo i patti dell'accordo che, prevedeva la Cassa integrazione in deroga a giro per tutti in modo equo, e questo non sta succedendo, secondo, si dovevano congelare tutti i superminimi, bonus, ecc. Terza cosa - aggiunge la Rsa - ancora più importante, riguardava l'impegno di mantenere Hcs pubblica, e anche qui si stanno smentendo come si evince dagli articoli sui giornali di questi ultimi giorni, da parte di qualche consigliere di maggioranza che continua a parlare di referendum". Un Referendum, ricorda la Rsa di Città Pulita, già svolto e riproporlo oggi non ha nulla di "democratico" per svariati motivi: da quell'accordo sottoscritto tra le parti, alla campagna denigratoria nei confronti dei dipendenti di Hcs, perpetrata in questi mesi. Motivo per cui, se si dovesse andare a Referendum oggi, il risultato sarebbe pressoché "lapalissiano". E prima che la situazione sfugga di mano, chiedono il rispetto degli accordi da parte dell'amministrazione.

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