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Gino Ciogli indagato, il popolo della città solleva la "questione morale"

Interviene sulla vicenda anche il Movimento 5 Stelle: "Ciogli dovrebbe dimettersi. La sua nomina di amministratore unico di Città Pulita appartiene a una logica vecchia e dannosa che non vorremmo più vedere in futuro".

Non è passata silente la notizia inerente l'iscrizione sul registro degli indagati dell'ex sindaco di Cerveteri, oggi amministratore unico di Città Pulita, Gino Ciogli. Soprattutto dopo la "questione morale" più volte sollevata dal sindaco Pietro Tidei e dai suoi, sia prima che dopo l'insediamento a palazzo del Pincio. Questione morale che aveva avuto il suo apice con la richiesta da parte del Sindaco, ai suoi collaboratori e a quanti ricoprissero cariche pubbliche (amministratori delle Sot compresi) di presentare una autocertificazione sulla propria situazione giuridica. E nel caso in cui la fedina penale di qualcuno non fosse risultata poi così linda come ci si aspettava, allora non si sarebbe esclusa la sospensione dall'incarico.

A rispolverare la "questione morale" è l'associazione il Popolo della città. "Ancora oggi ci tornano in mente le accuse e la dura opposizione di questa maggioranza cittadina, quando era minoranza di sinistra, in merito alla ormai famigerata questione morale e contro ciò che definivano lottizzazione dei partiti nelle nomine e nella gestione della Cosa pubblica e noi, oggi come ieri, chiediamo a gran voce criteri di trasparenza e di merito nella scelta di chi andrà, a vario titolo, ad amministrare il futuro di un'intera comunità".

"Non è più il tempo di subire le logiche spartitorie, non è più il tempo - spiegano gli esponenti dell'associazione - delle cambiali elettorali, dei conflitti di interesse, delle questioni morali insolute, delle spartizioni di potere tra lobby economiche. I partiti e le liste attualmente presenti in Consiglio comunale non possono permettersi più di restare indifferenti alla domanda di rinnovamento e di pulizia che sale da tutto il Paese. I cittadini si aspettano e chiedono altro dalla politica. Possibilmente prima delle prossime elezioni regionali".

L'amministratore unico di Città Pulita sarebbe indagato per un presunto connubio tra mazzette e urbanistica per vicende che risalgono al 2008 e 2009. Secondo la Procura si potrebbe parlare di un giro di richieste pari a circa 100 mila euro per alcuni pareri di regolarità tecnica su alcuni piani di lottizzazione di iniziativa privata. Intanto il sindaco Tidei attende di conoscere l'esito delle indagini. Se si dovesse dimostrare l'estraneità di Ciogli nella vicenda, l'ex sindaco potrebbe rimanere al suo posto. In caso contrario, Ciogli potrebbe essere rimosso dall'incarico.

Ma i commenti, sulla vicenda che ha colpito ancora una volta il Comune di Cerveteri e ora anche Civitavecchia, dato che Ciogli è ormai un "affaire" dei civitavecchiesi, arrivano anche dal Movimento 5 Stelle che parlano di una notizia di per sé "non drammatica. Lo stesso Ciogli è stato indagato in passato per delle vicende che hanno avuto anche un riflesso sulla sua amministrazione comunale e ne è uscito pulito".

Ciò però non basta a non far sorgere delle perplessità ai grillini. "La prima è la più ovvia - spiegano - i politici di professione (che purtroppo ancora esistono) devono stare lontani dalla conduzione delle aziende sia pubbliche che private. Non è una questione personale, ma una questione di metodo. I politici sono alla ricerca di consenso elettorale e questa ricerca rappresenta un conflitto di interessi nei confronti delle stesse aziende che amministrano. Per loro il pareggio di bilancio è un obiettivo secondario, anzi spesso è anche un ostacolo". E ribadiscono: "Sono i manager che gestiscono le aziende pubbliche, non i politici".

E i grillini non riescono a comprendere nemmeno il motivo per cui sia stato scelto l'ex sindaco di Cerveteri per guidare la municipalizzata. "Quali competenze ha dimostrato?". Dulcis in fundo "la terza perplessità nasce da una mera questione di opportunità. Non è tanto il fatto che Ciogli in questo momento sia indagato, cosa che il sindaco Tidei non poteva immaginare quando lo ha nominato, quanto il destino disastroso della sua giunta che avrebbe dovuto sconsigliarne la nomina. La responsabilità della giunta era comunque sua e, anche se non ha delle responsabilità penali nelle vicende che l'hanno travolta, ha avuto comunque una responsabilità politica. Oppure - si chiedono dal Movimento 5 Stelle - ci serve solo il bollino della magistratura per valutare l'operato dei nostri amministratori?".

Motivi per cui dal Movimento di Beppe Grillo ne chiedono le dimissioni.

 

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