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Enel, Legambiente: "Unico scandalo è continuare a rinviare l'attuazione delle prescrizioni di legge"

Sulla volontà del sindaco di Civitavecchia Pietro Tidei di chiudere entro agosto la centrale Tvn interviene anche il presidente di Legambiente Lazio. Moscherini: "Civitavecchia non ha bisogno di gemellaggi con Taranto"

"Sulla centrale di Civitavecchia l'unico scandalo è continuare a rinviare l'attuazione delle prescrizioni di legge, mentre l'impianto a carbone invece lavora da tempo". Ad intervenire sulla volontà del sindaco Tidei di chiudere la centrale Enel di Civitavecchia, è anche Legambiente Lazio.

"La politica deui due tempi non può funzionare, non si può sacrificare la salute sull'altare del lavoro, è una logica perdente anni '50 - ha spiegato il presidente Legambiente Lazio Lorenzo Parlati - i cittadini si lamentano da anni dell'inquinamento legato alla produzione energetica quanto al porto, in certe condizioni meteorologiche, la circolazioni dei venti e la pressione formano una specie di cappa di polveri sopra la città. Eppure - aggiunge Parlati - per la centrale i dati del sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni Sme non vengono resi noti, non si più parlato degli interventi di abbattimento del rumore così come del nuovo impianto integrato di trattamento delle acqua reflue, il progetto di riqualificazione ambientale della Pineta della Frasca non è stato riformulato anche per colpa della precedente amministrazione comunale, nell'area dove sarebbero dovuti sorgere il "Parco dei serbatoi" e una pista ciclabile sono stati sequestrati 800 mila metri cubi di materiale di drenaggio".

Ma non è tutto: "Ciliegina sulla torta il già discutibile trapianto di Posidonia Oceanica presenta diverse aree distrutte, per le quali non sembra esistere nessuna manutenzione. È evidente che non abbiamo mai digerito la scelta del carbone, tutti sanno che è il combustibile più inquinante dal punto di vista della CO2 e dei cambiamenti climatici, ma almeno l'azienda rispetti le prescrizioni, la fatica su questo tema è oggettivamente davvero enorme.”

Legambiente osserva con attenzione gli atti che il Sindaco del Comune di Civitavecchia sta prendendo in merito al rispetto delle prescrizioni previste nel Decreto VIA n. 680/2003 del Ministero dell’Ambiente, relativo alla Centrale di Torre Valdaliga Nord, in particolare l'ipotesi di una ordinanza di chiusura della centrale.

"Dopo tanti anni di accordi calati dall'alto stavolta speriamo che il Sindaco vorrà ascoltare non solo l'azienda ma anche le associazioni e i comitati -conclude Parlati-. È infatti, proprio grazie all'insistenza dei comitati e di Legambiente, che qualche tempo fa in merito presentò anche un dettagliato esposto alla Procura, se dopo molti anni almeno è stata messa in funzione la rete di monitoraggio della qualità dell'aria. Allo stesso tempo, ci chiediamo che fine abbia fatto la procedura per il rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, avviata sin dal 2009 ma mai conclusa, anche in quel caso forse a causa di numerose mancanze che Legambiente e comitati analizzarono nelle numerose osservazioni presentate, quali ad esempio la mancanza di un'analisi di area vasta, di una esauriente descrizione del tipo e dell'entità delle emissioni, la definizione dei valori limite, la descrizione delle caratteristiche chimico fisiche del carbone utilizzato, il carico inquinante delle acque depurate e la gestione dei fanghi.”

Intanto il leader delle Larghe Intese Gianni Moscherini parla di "minacce" da parte del sindaco Tidei "con tanto di ricatto a Enel, dovuta al fatto che le sue richieste non sono state soddisfatte dall'azienda elettrica. Se ciò che afferma l'ingegner Molina, direttore di Tvn corrisponde al vero, è cioè - spiega Moscherini - che la centrale a carbone è stata sottoposta in un anno a oltre cento controlli in materia di ambiente e sicurezza, le intenzioni di Tidei appaiono del tutto immotivate. Tuttavia - aggiunge il leader delle Larghe Intese - qualora il sindaco di Civitavecchia avesse timori reali sulla salute dei suoi concittadini, dovrebbe avviare un confronto in consiglio comunale, spiegando e motivando con dati certi e inoppugnabili le sue intenzioni di chiusura della centrale. Di certo, un comportamento opposto - fa notare Moscherini - ovvero la ricerca disperata di motivazioni valide per arrivare all'ordinanza di chiusura, appare del tutto irresponsabile: un Sindaco non vive di speranze o di minacce. Se non viene a confrontarsi in consiglio, Tidei dimostra solo di voler mostrare i muscoli in maniera impropria. Lo ha fatto in comune con i dipendenti e i dirigenti, sta iniziando a farlo all'esterno, con l'unica conseguenza di seminare il panico tra gli operai e i lavoratori della centrale. Evidentemente, Tidei si deve mettere in testa che Civitavecchia non ha bisogno di nessun gemellaggio con Taranto".

 

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